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Inflazione: discesa o pronta alla risalita?

Il periodo di ripresa post-pandemica ha portato con sé una spirale inflattiva, culminata nel corso del 2023, per diverse ragioni. Un’elevata inflazione ha un impatto negativo sull’economia e sulla capacità di investimento delle imprese. Esaminiamo quindi lo stato attuale e le prospettive future. Gli ultimi ventiquattro mesi Per comprendere la situazione attuale, esaminiamo le variazioni di prezzo registrate dall’ISTAT negli ultimi due anni. Nel corso del 2022, i prezzi al consumo hanno subito un aumento medio dell’8,1%, mentre nel 2023 l’inflazione si è attestata intorno al 5,7%. Energia: un problema rilevante I prezzi energetici nel 2024 sono previsti in risalita a causa dell’eliminazione graduale delle misure volte a mitigare l’impatto dell’aumento dei mesi precedenti. Le crisi dei prezzi dell’energia hanno pesato maggiormente nei mesi precedenti, determinando aumenti a catena su molti mercati. Si prevede che la transizione a produzioni più green e la diminuzione della dipendenza da forniture esterne nei prossimi anni rendano l’economia europea più forte. Prospettive della BCE Nonostante le preoccupazioni nel breve e medio periodo riguardo al settore energetico e ai futuri sviluppi, la BCE si è espressa in modo ottimistico rispetto al 2024. È stata annunciata da Christine Lagarde una riduzione dei tassi d’interesse a giugno 2024, poiché la tendenza inflattiva dovrebbe essere a ribasso. Tuttavia, la BCE rimane cauta riguardo all’inflazione e alla sua tendenza a ribasso, avvertendo la necessità di operare con cautela per evitare un ritorno alla situazione precedente. Tre pilastri da monitorare L’Importanza di un taglio dei tassi Tagliare i tassi di interesse significa facilitare l’accesso al credito da parte di famiglie e imprese. Nonostante le sfide, ciò dovrebbe portare a una ripresa degli investimenti aziendali nei prossimi mesi e anni. Previsioni sul PIL italiano La Banca d’Italia prevede un aumento dello 0,7% del PIL italiano nel 2024, con previsioni del 1,1% per i ventiquattro mesi successivi. Si tratta di cifre significative per un Paese che ha visto un PIL stazionario negli ultimi 30 anni. La partita del PNRR rimane aperta, con un termine nel 2026 e un contributo di 40 miliardi di euro all’anno per i prossimi due anni. Gli effetti sul lungo periodo sono ancora da valutare.

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