Cybersicurezza e PMI italiane: tra vulnerabilità strutturali e prospettive evolutive

Le piccole e medie imprese (PMI) italiane rappresentano oltre il 99% del tessuto imprenditoriale nazionale e svolgono un ruolo essenziale nell’economia, nell’innovazione e nell’occupazione. Tuttavia, il processo di digitalizzazione, sebbene ricco di opportunità in termini di competitività e modernizzazione, ha evidenziato una crescente esposizione al rischio informatico. Il Cyber Index PMI 2024, frutto della collaborazione tra Generali, Confindustria, il Politecnico di Milano e l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, restituisce un quadro preoccupante della maturità digitale delle PMI in materia di sicurezza informatica. L’indice medio di valutazione si attesta a 52/100, con un incremento marginale rispetto al 2023, a dimostrazione di una lenta evoluzione delle capacità difensive in un contesto di minacce sempre più sofisticate. Consapevolezza e maturità: una struttura a quattro livelli Il report segmenta le PMI in quattro categorie di maturità: Appare chiaro come la sicurezza informatica venga percepita da molte PMI come un costo piuttosto che un asset critico, con conseguenti ritardi nell’adozione di strutture organizzative dedicate e di investimenti specifici. Tecnologie emergenti e rischio informatico: il paradosso dell’innovazione L’introduzione di tecnologie avanzate come l’Intelligenza Artificiale (AI), il Cloud e l’Internet of Things (IoT) ha trasformato radicalmente le dinamiche aziendali. Queste innovazioni, se da un lato migliorano efficienza e scalabilità, dall’altro estendono la superficie di attacco. L’AI è oggi impiegata sia a fini difensivi (ad esempio nel threat detection) sia da attori malevoli per sviluppare attacchi automatizzati, più rapidi e difficili da individuare. L’incremento degli incidenti cyber a livello globale nel 2024 (+12%) e l’impennata registrata in Italia (+65%) rafforzano la necessità di un adeguamento rapido delle strategie di protezione. Vettori d’attacco più rilevanti per le PMI Le principali minacce evidenziate dal Cyber Index 2024 comprendono: Strumenti finanziari e iniziative di sistema: opportunità ancora poco sfruttate A fronte del rischio crescente, strumenti assicurativi e incentivi pubblici rappresentano risorse essenziali per mitigare l’esposizione. Tuttavia, solo il 10% delle PMI ha beneficiato di fondi pubblici o bandi europei, mentre il 30% ignora completamente la loro esistenza. Analogamente, la diffusione delle polizze cyber rimane limitata, sebbene esse possano fornire una significativa rete di protezione in caso di incidente. Formazione e cultura organizzativa: il capitale umano come prima linea difensiva La cybersecurity non può prescindere dalla formazione del personale. L’elemento umano è frequentemente il punto di ingresso degli attacchi informatici, e l’educazione digitale diventa uno strumento strategico. Iniziative come i workshop territoriali promossi da Generali e Confindustria vanno in questa direzione, puntando a una diffusione capillare della cultura della sicurezza. MSSP: outsourcing della sicurezza per una protezione scalabile Il modello del Managed Security Service Provider (MSSP) rappresenta un’alternativa concreta per le PMI con risorse limitate. Affidando la gestione della sicurezza a provider esterni specializzati, le imprese possono beneficiare di tecnologie avanzate (SIEM, EDR, firewall, threat intelligence) e di un monitoraggio continuo, il tutto con una struttura di costi prevedibile e scalabile. Prevenire è meglio che curare In un ecosistema digitale in rapida evoluzione, la cybersicurezza deve diventare una componente centrale nella governance aziendale. Per le PMI italiane, la protezione degli asset informativi non è più opzionale, ma un prerequisito per garantire continuità operativa, competitività e conformità normativa. Una strategia efficace deve integrare tecnologie, processi e persone, in un approccio olistico alla gestione del rischio. Investire oggi nella sicurezza significa tutelare il futuro del sistema economico nazionale.