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AI e l’arte di fare le domande giuste

Prima di valutare se una risposta è esatta si deve valutare se la domanda è corretta.

Immanuel Kant

Pensare che Kant nel XVIII secolo potesse aver anche solo l’idea di quella che sarebbe stata l’intelligenza artificiale è quantomeno bizzarro, almeno nella sua accezione contemporanea. Questa sua affermazione centra però quello che probabilmente è uno degli snodi principali dell’AI.

Se vogliamo trovare nell’intelligenza artificiale un valido aiutante, dobbiamo infatti affinare l’arte del fare domande. Quanto più queste saranno ben strutturate, quanto più le risposte che ci verranno restituite saranno soddisfacenti.

Dunque, cosa fare:

1. Essere chiari e diretti:

Esempio: “Sei il copywriter di Lettureproduttive.it”

2. Assegnare un ruolo al chatbot

Esempio: “Esamina l’articolo che sto per pubblicare e consigliami come riscriverlo in modo che sia più sintetico, più gradevole e che sia adeguato ad un lettore che da queste righe voglia trarre informazioni utili per il suo lavoro”

3. Separare le indicazioni dai dati e/o dai documenti

Esempio: “Di seguito il link di un articolo che è piaciuto ai nostri lettori, potresti prendere qualche spunto nel tipo di scrittura scelta.

Siamo solo ai primi bagliori dell’alba dell’intelligenza artificiale. Mentre scriviamo queste parole, probabilmente sono già superate. E lo saranno sicuramente quando verranno lette. Ma oggi, per ottenere il meglio dagli strumenti che l’AI ci mette a disposizione, dobbiamo offrirgli un contesto chiaro e significativo. In un certo senso, dobbiamo renderli più vicini al nostro modo di pensare e comunicare, quasi ‘umanizzarli’.

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