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Semplificazione del bilancio aziendale

La sostenibilità è ormai un pilastro centrale nella gestione aziendale, ma la complessità normativa rischia di diventare un ostacolo, soprattutto per le piccole e medie imprese (PMI) e le mid companies. Per affrontare questa sfida, l’Organismo Italiano di Contabilità (OIC) ha avanzato una serie di proposte volte a razionalizzare e semplificare la normativa sulla rendicontazione di sostenibilità, con l’obiettivo di ridurre il carico amministrativo e garantire maggiore chiarezza. Verso una normativa più equilibrata Le proposte dell’OIC si concentrano su quattro aree chiave di intervento: Altri aspetti critici da migliorare L’OIC evidenzia anche ulteriori necessità di intervento:

Vitruvian: l’AI italiana

Nel panorama globale dell’intelligenza artificiale, dominato da giganti americani e cinesi, emerge una nuova realtà tutta italiana: Vitruvian-1, il modello AI sviluppato dalla startup romana ASC27. Questo innovativo sistema non solo dimostra la capacità dell’Italia di competere nel settore dell’AI, ma offre anche un’opportunità strategica per l’Europa di ridurre la propria dipendenza tecnologica da Stati Uniti e Cina. Un’AI europea, efficiente e accessibile Vitruvian-1 si distingue per un approccio innovativo: con 14 miliardi di parametri, è progettato per essere più leggero rispetto ai colossi del settore, come ChatGPT e DeepSeek. Ciò si traduce in un minor consumo energetico e costi operativi significativamente più bassi. Per esempio, il costo per milione di token di Vitruvian-1 è di circa 1 euro, contro i 2,54 dollari di DeepSeek. Questo rende la tecnologia più accessibile per aziende e pubbliche amministrazioni europee, evitando la necessità di ricorrere a servizi cloud internazionali. Indipendenza tecnologica per l’Europa Uno dei problemi principali dell’Europa nell’ambito dell’intelligenza artificiale è la dipendenza da infrastrutture straniere. Modelli AI come GPT-4 di OpenAI o Gemini di Google sono basati su hardware e cloud americani, spesso soggetti a normative che non rispecchiano le esigenze europee. Vitruvian-1, invece, è pensato per operare su server locali e hardware più accessibili, garantendo maggiore sicurezza dei dati e conformità alle leggi UE. Secondo Nicola Grandis, CEO di ASC27, il progetto mira a fornire un’alternativa sovrana e sostenibile, in grado di supportare aziende e governi senza vincoli imposti da colossi extraeuropei. Questo potrebbe rappresentare un punto di svolta per l’Europa, che sta investendo in progetti come il GAIA-X, il cloud europeo pensato per garantire maggiore autonomia tecnologica. Impatto economico: nuove opportunità per le imprese europee L’arrivo di un’AI europea efficiente e a basso costo potrebbe avere un forte impatto economico. Settori come sanità, finanza, industria e ricerca potrebbero beneficiare di soluzioni AI più economiche e conformi alle normative UE, stimolando l’innovazione senza dover affrontare costi proibitivi. Inoltre, un modello come Vitruvian-1 potrebbe favorire la nascita di nuove startup AI europee, che attualmente trovano difficoltà nell’accedere a infrastrutture di calcolo avanzate senza dipendere dai giganti statunitensi. Il futuro di Vitruvian-1 Attualmente, il modello è in fase beta e le API saranno rese pubbliche nelle prossime settimane, permettendo alle aziende di testarne le capacità. L’obiettivo è chiaro: creare un ecosistema AI europeo indipendente, sostenibile ed efficiente, capace di competere a livello globale. Se l’Europa vuole giocare un ruolo chiave nella rivoluzione dell’intelligenza artificiale, progetti come Vitruvian-1 saranno essenziali per costruire un futuro tecnologico autonomo, sicuro e innovativo.

Concert: il robot per i cantieri

Il settore edile sta vivendo una rivoluzione tecnologica grazie a Concert Robot, un’innovativa macchina sviluppata dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) per supportare i lavoratori nelle attività più faticose e rischiose. Questo robot di nuova generazione nasce per ridurre il carico fisico degli operai, aumentando al tempo stesso sicurezza ed efficienza nei cantieri. Un progetto europeo per l’edilizia del futuro Concert Robot è il risultato di un progetto di ricerca finanziato dall’Unione Europea con un investimento di 3 milioni di euro. L’iniziativa ha coinvolto esperti e aziende di diversi Paesi, tra cui Italia, Germania, Austria e Polonia. Il progetto, coordinato dal ricercatore Nikolaos Tsagarakis dell’IIT, si è sviluppato in tre anni di lavoro, culminando in una serie di test in scenari reali. Funzionalità avanzate per un lavoro più sicuro Concert Robot è stato progettato per eseguire compiti ad alta intensità fisica, solitamente gravosi per gli operai. Tra le sue principali applicazioni nei cantieri edili troviamo: Verso un’integrazione uomo-macchina più efficiente L’obiettivo principale di Concert Robot non è sostituire la manodopera umana, ma affiancarla per ridurre lo stress fisico e migliorare le condizioni di lavoro. Questa tecnologia rappresenta un passo avanti nell’integrazione tra uomo e macchina, permettendo agli operai di concentrarsi su attività a maggiore valore aggiunto e con minori rischi per la salute. Quale sarà il futuro di Concert Robot? Dopo il successo della fase sperimentale, il prossimo passo sarà l’introduzione di Concert Robot nei cantieri su larga scala. Con l’evoluzione della robotica e dell’intelligenza artificiale, questi sistemi diventeranno sempre più sofisticati e adattabili a diverse esigenze industriali. L’innovazione nel settore delle costruzioni è ormai una realtà, e Concert Robot rappresenta un esempio concreto di come la tecnologia possa migliorare la qualità del lavoro e la sicurezza degli operatori. Sarà interessante seguire gli sviluppi futuri e capire come questi robot si integreranno nei cantieri di tutto il mondo.

European accessibility act

European Accessibility Act: cosa cambia per aziende e consumatori Il European Accessibility Act (EAA), noto anche come Direttiva (UE) 2019/882, rappresenta un passo fondamentale verso un’Europa più inclusiva. Approvato dal Parlamento Europeo il 17 aprile 2019, è stato recepito dall’Italia nel maggio 2022 e diventerà obbligatorio dal 28 giugno 2025. Questa normativa introduce requisiti di accessibilità per prodotti e servizi digitali, con l’obiettivo di migliorare la fruibilità per le persone con disabilità e armonizzare le normative tra gli Stati membri. Chi deve rispettare il European Accessibility Act? L’EAA si applica a tutti gli operatori economici, con un’unica eccezione: le microimprese (meno di 10 dipendenti e fatturato inferiore a 2 milioni di euro) che forniscono servizi, le quali sono esentate dall’obbligo di conformità. Le PMI (Piccole e Medie Imprese), invece, possono ottenere una deroga solo in caso di “onere sproporzionato”, ovvero se i costi per adeguarsi alle normative rendono il prodotto o servizio non sostenibile economicamente o ne stravolgono la natura. Tuttavia, questa esenzione va documentata e conservata per almeno 5 anni, con obbligo di revisione periodica. Prodotti e servizi interessati Il European Accessibility Act copre un’ampia gamma di prodotti e servizi digitali immessi sul mercato dopo giugno 2025. Tra questi: Prodotti coinvolti: Servizi coinvolti: Obiettivi e vantaggi dell’EAA L’obiettivo principale del European Accessibility Act è garantire che prodotti e servizi digitali siano utilizzabili da tutti, indipendentemente dalle disabilità. La direttiva risponde a una crescente domanda di accessibilità, considerando che oltre il 20% della popolazione europea incontra difficoltà nell’uso di strumenti digitali. Tra i vantaggi principali: Differenze tra l’EAA e la Legge Stanca In Italia, la Legge 4/2004 (Legge Stanca) già impone l’accessibilità digitale per la Pubblica Amministrazione e le aziende con un fatturato superiore ai 500 milioni di euro/anno. Tuttavia, con l’entrata in vigore dell’EAA: Perché l’accessibilità digitale è fondamentale? L’accessibilità digitale permette a tutti di fruire delle risorse online senza barriere. Esempi pratici includono: Investire in accessibilità non è solo un obbligo normativo, ma anche un’opportunità per migliorare l’usabilità e l’inclusione digitale, con ricadute positive sia per gli utenti sia per le aziende.

Caro energia: il governo pronto a trovare una soluzione

Il tema del caro energia 2025 si conferma una delle principali sfide per famiglie e imprese italiane. Il Governo ha annunciato l’intenzione di intervenire per contrastare il rialzo dei prezzi, ma al momento non sono stati forniti dettagli sulle misure allo studio. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha garantito la massima attenzione dell’Esecutivo e ha sottolineato la necessità di una riflessione sul passaggio al libero mercato dell’energia. Bollette in aumento per imprese e famiglie Secondo i dati più recenti dell’Osservatorio Confcommercio Energia, il costo dell’energia è in forte crescita. Le aziende del settore terziario hanno visto un incremento del 24% rispetto al 2024 e del 56,5% rispetto al 2019. Se la tendenza non verrà invertita, nel 2025 la spesa complessiva per luce e gas potrebbe raggiungere i 12,5 miliardi di euro, con un aumento del 17% rispetto all’anno precedente. A pesare ulteriormente sulla competitività del settore produttivo è il divario con gli altri Paesi europei: a gennaio 2025, il prezzo dell’energia elettrica in Italia ha raggiunto i 143 €/MWh, mentre in Francia si attesta a 98 €/MWh e in Germania e Spagna intorno ai 100 €/MWh. Anche i consumatori italiani sono in difficoltà. Secondo il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, la bolletta media annua per chi è nel mercato tutelato è salita a 1.393 euro e subirà ulteriori aggiornamenti al rialzo. Chi invece ha un contratto a prezzo variabile nel mercato libero risente immediatamente dei picchi di prezzo, con tariffe più onerose applicate dai fornitori. La posizione del Governo L’Esecutivo è consapevole dell’impatto del caro energia 2025 su famiglie e imprese e sta valutando possibili interventi per calmierare i costi. Tuttavia, Giorgetti ha evidenziato che l’andamento dei prezzi dipende da fattori esterni e, in alcuni casi, da dinamiche speculative. Le associazioni dei consumatori chiedono misure rapide e concrete per contenere gli aumenti e garantire maggiore stabilità al mercato energetico. Nei prossimi mesi si capirà quali provvedimenti verranno messi in campo per affrontare questa emergenza che rischia di pesare sull’intera economia italiana.

Bandi rinnovabili: evento dedicato

Il 20 febbraio si terrà un evento informativo dedicato ai nuovi bandi europei per le rinnovabili, un’importante occasione per le PMI italiane interessate alla transizione energetica e alla decarbonizzazione dei sistemi produttivi. L’incontro, promosso dal Ministero dell’Energia e dell’Ambiente (MASE) in collaborazione con Innovhub SSI e Unioncamere, approfondirà le caratteristiche degli incentivi Innovation Fund. Le opportunità offerte dai nuovi bandi I nuovi strumenti finanziari disponibili includono: Le PMI possono accedere a contributi a fondo perduto fino al 60% dei costi per progetti nei seguenti ambiti: Un’occasione per le PMI Grazie alla revisione della direttiva EU ETS, i nuovi bandi rinnovabili sono accessibili anche a settori prima esclusi, come il trasporto marittimo e aereo, l’edilizia e il trasporto su strada. Questo allargamento rappresenta un’opportunità strategica per le PMI italiane che desiderano investire in tecnologie sostenibili e ridurre il proprio impatto ambientale. L’evento del 20 febbraio offrirà un’analisi dettagliata sui requisiti di ammissibilità e i criteri di selezione, con il supporto di esperti europei e nazionali. Inoltre, le aziende potranno accedere a proposte progettuali già sviluppate e partecipare a incontri di approfondimento. Come partecipare Le PMI interessate possono iscriversi compilando il form di registrazione online. Non perdere l’occasione di scoprire come accedere ai finanziamenti europei per la transizione energetica e l’innovazione sostenibile.

Imprese italiane e sostenibilità: la situazione in report

Le imprese italiane stanno accelerando la loro transizione verso modelli più sostenibili, ma il percorso è ancora in evoluzione. Secondo i dati della Banca Europea degli Investimenti (BEI), la maggior parte delle aziende ha adottato misure per ridurre le emissioni di gas serra, ma gli investimenti complessivi nella sostenibilità rimangono inferiori rispetto alla media europea. Un impegno in crescita, ma ancora insufficiente L’82% delle imprese italiane ha implementato strategie per diminuire l’impatto ambientale, un dato significativo ma comunque inferiore al 91% della media UE. Mentre la generazione di energia rinnovabile è in linea con gli altri paesi europei (44% contro il 43%), l’efficienza energetica resta un punto debole: solo il 46% delle aziende italiane ha investito in questo settore, a fronte del 65% delle imprese europee. D’altro canto, le imprese italiane si distinguono per una maggiore attenzione alla gestione degli eventi climatici estremi. Più della metà ha adottato misure preventive (56% rispetto al 48% UE) e il 46% ha stipulato assicurazioni contro i danni legati al clima, un dato più che doppio rispetto alla media europea (21%). Tecnologie e digitalizzazione: leve strategiche per la sostenibilità La trasformazione digitale è un altro pilastro della competitività aziendale. Il 71% delle imprese italiane utilizza tecnologie digitali, una percentuale vicina alla media europea del 74%. Tuttavia, l’adozione di Intelligenza Artificiale e Big Data resta limitata (25% contro il 34% della UE), nonostante queste tecnologie siano considerate essenziali per ottimizzare i processi e ridurre l’impatto ambientale. Al contrario, le imprese italiane superano la media UE in ambiti come Internet of Things, piattaforme digitali e droni, strumenti fondamentali per una gestione più efficiente delle risorse e per il monitoraggio ambientale. Fonti di finanziamento e ostacoli agli investimenti Uno degli aspetti critici per la transizione sostenibile riguarda il finanziamento degli investimenti. Le imprese italiane tendono a utilizzare prevalentemente risorse interne, mentre il ricorso a finanziamenti esterni è stabile e superiore alla media europea (52% contro 42%). Il credito bancario rimane la principale fonte di finanziamento, con un’adozione maggiore tra le grandi aziende (88%) rispetto alle PMI (84%). Gli ostacoli principali agli investimenti sostenibili sono rappresentati dall’incertezza economica e dai costi dell’energia. Sebbene l’Italia sia tra i paesi con i prezzi energetici più elevati, la percentuale di aziende che identifica questo fattore come un freno agli investimenti è inferiore rispetto alla media europea (41% contro 46%). Il futuro della sostenibilità nelle imprese italiane Il percorso delle imprese italiane verso la sostenibilità è segnato da progressi tangibili ma anche da sfide ancora aperte. La doppia transizione, ecologica e digitale, rappresenta non solo una necessità per contrastare il cambiamento climatico, ma anche un’opportunità strategica per rafforzare la competitività del Paese. Per colmare il divario con la media europea, sarà fondamentale potenziare gli investimenti in innovazione, incentivare l’efficienza energetica e promuovere un maggiore accesso ai finanziamenti per sostenere la crescita sostenibile delle imprese italiane.

Incentivi PMI: facciamo il punto

Nel 2025, le piccole e medie imprese italiane possono accedere a diversi incentivi per investimenti, innovazione e assunzioni. Ecco una panoramica aggiornata delle principali agevolazioni disponibili. Incentivi per Investimenti e Sviluppo Fondi per la Capitalizzazione delle MPMI Ancora disponibili gli incentivi introdotti dalla Nuova Sabatini per la capitalizzazione delle micro, piccole e medie imprese. Questi aiuti favoriscono l’acquisto di macchinari e attrezzature. Tuttavia, le risorse per la misura classica della Nuova Sabatini (beni strumentali nuovi) sono esaurite. Mini Contratti di Sviluppo 2025 Contributi a fondo perduto fino al 55% per investimenti innovativi in settori strategici come digitalizzazione, energie pulite e biotecnologie. Gli investimenti devono variare tra 5 e 20 milioni di euro e le domande devono essere presentate su Invitalia entro l’8 aprile 2025. Voucher 3I per Startup e Microimprese Finanziamenti fino a 4.000 euro per consulenze sulla brevettazione di invenzioni industriali. Il fondo disponibile per il biennio 2023-2024 è di 9 milioni di euro, con domande aperte fino a esaurimento risorse su Invitalia. Incentivi per Assunzioni Decontribuzione Sud 2025 Riduzione fino al 25% dei contributi INPS per contratti a tempo indeterminato nelle regioni del Mezzogiorno. L’agevolazione si ridurrà gradualmente fino al 2029 e non è cumulabile con altri incentivi come il Decreto Coesione. Apprendistato Duale 2025 Aliquota agevolata del 10% per trasformazioni contrattuali in apprendistato professionalizzante e formazione avanzata. Le aziende con meno di 9 dipendenti possono accedere a ulteriori incentivi. Incentivi per Assunzioni Donne 2025 Sgravio contributivo del 50% per le aziende che assumono donne in settori con alta disparità di genere. Il beneficio dura 12 mesi ed è destinato a lavoratrici over 50, residenti in aree svantaggiate o senza impiego retribuito da almeno 6-24 mesi. Bonus Assunzioni ADI e SFL 2025 Esonero contributivo fino a 8.000 euro per contratti a tempo indeterminato e 4.000 euro per contratti a termine, destinato alle imprese che assumono percettori di Assegno di Inclusione (ADI) o Supporto Formazione Lavoro (SFL). Aiuti ai Settori Produttivi Reddito Energetico Nazionale Contributi per le imprese installatrici di impianti fotovoltaici a favore di famiglie in condizioni di disagio economico. Le domande vanno presentate entro 60 giorni dall’attivazione dell’impianto sul portale GSE. Bonus Moda INPS 2025 Sostegno al reddito per imprese tessili e manifatturiere che hanno ridotto l’attività lavorativa dopo il 31 dicembre 2024. Le richieste vanno inoltrate tramite il portale INPS. Bonus Patente Autotrasportatori Contributo fino all’80% delle spese per il conseguimento di patenti C, D e CQC, con un massimo di 2.500 euro. Disponibile fino a dicembre 2026 per giovani tra i 18 e i 35 anni. Finanza Agevolata e Innovazione Transizione Digitale ed Energetica 3 miliardi di euro stanziati per la transizione 4.0 e 5.0, supportando investimenti in tecnologie avanzate, formazione e impianti per l’autoproduzione energetica. Il credito va prenotato tramite la piattaforma GSE. Bonus IPO per la Quotazione delle PMI Credito d’imposta del 50% sulle spese di consulenza per la quotazione in Borsa, con un tetto massimo di 500.000 euro. Domande aperte fino al 31 marzo 2025. Bonus Startup e PMI Innovative 2025 Detrazioni IRPEF al 65% per investimenti in startup innovative e crediti d’imposta per incubatori. Le PMI Innovative vedono ridotte alcune agevolazioni con la scadenza della detrazione IRPEF al 50%.

L’Italia torna al nucleare?

Dopo anni di dibattito, l’Italia si prepara a rilanciare il nucleare con un’iniziativa ambiziosa. Enel, Ansaldo Energia e Leonardo hanno siglato un accordo per la creazione di una nuova società dedicata allo sviluppo delle nuove tecnologie nucleari. Il focus principale sarà sugli Small Modular Reactors (SMR), piccoli reattori ad acqua di terza generazione, ma verranno portati avanti anche studi sugli Advanced Modular Reactors (AMR), considerati il futuro della quarta generazione dell’energia nucleare. Un piano strategico per l’energia italiana L’accordo tra le tre aziende, tutte partecipate dal Tesoro, prevede che Enel detenga il 51% della newco, Ansaldo Energia il 39% e Leonardo il 10%. Il progetto si inserisce all’interno delle strategie energetiche nazionali, supportato dal Ministero dell’Ambiente e dal Ministero dell’Impresa e del Made in Italy. L’obiettivo è duplice: da un lato, sviluppare tecnologie in grado di garantire maggiore sicurezza e sostenibilità, dall’altro, creare una base normativa e regolatoria per rilanciare la produzione di energia nucleare nel Paese dopo il blocco imposto dal referendum del 1987. SMR: il futuro del nucleare italiano Gli Small Modular Reactors rappresentano una soluzione innovativa per il fabbisogno energetico italiano. Con una potenza pari a circa un terzo di una centrale tradizionale, offrono numerosi vantaggi: costi di realizzazione più contenuti, maggiore sicurezza e un impatto ambientale ridotto. Grazie alla loro modularità, gli SMR si adattano bene alla struttura industriale italiana, consentendo di soddisfare le esigenze energetiche delle imprese senza le complessità e i costi delle grandi centrali nucleari. Inoltre, questi impianti sono più semplici da armonizzare con le normative europee, accelerando così i tempi di implementazione. L’Italia torna protagonista nel nucleare Nonostante la lunga pausa nella produzione di energia nucleare, l’Italia non ha mai abbandonato del tutto questo settore. Il nostro Paese vanta competenze industriali e accademiche di alto livello, con oltre 50 aziende italiane coinvolte nell’Alleanza europea sugli SMR. Il ritorno dell’Italia nel nucleare non è solo una questione di produzione energetica, ma anche di posizionamento strategico a livello internazionale. La newco nata dall’accordo tra Enel, Ansaldo e Leonardo punta a ricostruire una filiera nazionale solida, in grado di competere con le altre potenze europee e mondiali nel settore dell’energia nucleare avanzata. Con l’obiettivo di raggiungere un 11% di produzione nucleare nel mix energetico entro il 2050, il Paese si avvia verso una transizione che potrebbe rivoluzionare il panorama energetico nazionale, garantendo maggiore indipendenza e sicurezza nell’approvvigionamento.

DeepSeek: invia dati in Cina?

Negli ultimi mesi, DeepSeek ha guadagnato notorietà per la sua capacità di competere con i giganti dell’intelligenza artificiale con investimenti apparentemente ridotti. Tuttavia, nuove rivelazioni sollevano dubbi sulla sicurezza dei dati degli utenti, con esperti di cybersecurity che mettono in guardia su possibili connessioni dirette con il governo cinese. Allarme sicurezza: deepseek e il collegamento con la Cina Secondo un’indagine condotta dalla società di cybersecurity Feroot Security, parti del codice di DeepSeek conterrebbero riferimenti diretti a server cinesi e aziende controllate dallo stato. L’analisi ha evidenziato che la piattaforma potrebbe inviare dati sensibili, tra cui informazioni personali e cronologia delle ricerche, al registro online CMPassport.com, gestito da China Mobile, un’azienda di telecomunicazioni di proprietà del governo cinese. Preoccupazioni politiche e possibili divieti Negli Stati Uniti, le autorità stanno valutando contromisure. Il deputato Josh Gottheimer ha chiesto un divieto immediato dell’app su tutti i dispositivi governativi, mentre altri esponenti del Congresso evidenziano la necessità di avvertire il pubblico sui rischi di utilizzo. Inoltre, la politica sulla privacy di DeepSeek indica esplicitamente che i dati raccolti sono soggetti alle leggi della Repubblica Popolare Cinese, sollevando ulteriori interrogativi sulla protezione delle informazioni degli utenti internazionali. Mentre la società dietro DeepSeek non ha ancora risposto alle accuse, la questione continua a infiammare il dibattito sulla sicurezza digitale e sulle relazioni tecnologiche tra Cina e Occidente.

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