Produzione: prospettive per il 2025

Negli ultimi cinque anni, la produzione industriale europea ha vissuto una serie di trasformazioni profonde, segnate da cambiamenti globali e locali. Eventi imprevedibili e sfide strutturali hanno messo alla prova la resilienza del settore, rendendo evidente la necessità di adattarsi a un contesto sempre più complesso. Mentre la pandemia di COVID-19 ha sconvolto mercati e catene di approvvigionamento, l’industria si è trovata a fronteggiare ulteriori pressioni derivanti dalla transizione energetica, dalla competizione globale e dalle tensioni geopolitiche. Questo periodo di instabilità ha aperto nuove opportunità di crescita, ma anche rivelato fragilità che richiedono interventi strategici. Evoluzione negli ultimi cinque anni Dopo aver raggiunto un picco all’inizio del 2018, la produzione industriale ha subito un calo di circa il 13% nei cinque anni successivi. Questo declino è attribuibile a vari fattori, tra cui tensioni commerciali internazionali, incertezze politiche e una domanda globale in diminuzione. La pandemia di COVID-19, esplosa nel 2020, ha ulteriormente aggravato la situazione, causando interruzioni nelle catene di approvvigionamento e una riduzione della domanda di beni industriali. In alcuni settori, come l’automotive, gli impatti sono stati particolarmente severi, con un rallentamento che ha richiesto anni per essere parzialmente recuperato. Nonostante una ripresa nel 2021, con un indice di produzione industriale che ha raggiunto 104,7, superiore a quello di Francia e Germania, la crescita non è stata sufficiente a compensare le perdite precedenti. Nel 2024, l’industria europea ha continuato ad affrontare sfide significative, sia di natura congiunturale che strutturale. Ad esempio, la Germania, tradizionalmente il motore industriale dell’Europa, ha registrato una perdita di oltre il 9% della sua produzione industriale dal 2019, influenzando negativamente l’intera economia continentale. Un altro fenomeno interessante è stato l’inversione delle performance economiche tra il nord e il sud dell’Europa. Paesi come Grecia, Spagna, Portogallo e Italia, precedentemente considerati meno competitivi, hanno registrato una crescita economica significativa post-pandemia, grazie a fondi europei, investimenti nel turismo e nelle energie rinnovabili. Al contrario, nazioni come la Germania hanno visto rallentamenti economici, evidenziando una redistribuzione delle dinamiche economiche all’interno dell’Unione Europea. Prospettive future Guardando al futuro, le previsioni indicano una graduale ripresa della produzione industriale, sostenuta da una maggiore domanda di beni e da politiche industriali favorevoli in alcuni paesi, come gli Stati Uniti. Tuttavia, permangono incertezze legate a fattori geopolitici, come le tensioni tra grandi potenze economiche, e alle dinamiche del commercio internazionale. L’industria europea, per rimanere competitiva, dovrà rafforzare la propria resilienza attraverso innovazione, diversificazione delle catene di fornitura e investimenti in tecnologie all’avanguardia. La transizione verso un’economia più verde e sostenibile rappresenta sia una sfida che un’opportunità per l’industria europea. L’adozione di pratiche produttive sostenibili e gli investimenti in tecnologie pulite, come l’acciaio verde, saranno fondamentali per ridurre l’impatto ambientale senza compromettere la competitività. Progetti come quello annunciato da Thyssenkrupp, che prevede una riduzione significativa delle emissioni di CO₂, potrebbero segnare una svolta per il settore. In sintesi, mentre l’industria europea ha affrontato turbolenze significative negli ultimi cinque anni, le prospettive future dipenderanno dalla capacità di adattamento alle nuove sfide globali e dall’implementazione di strategie innovative e sostenibili. La strada da percorrere è ancora lunga, ma l’impegno verso un futuro più resiliente e sostenibile sembra essere la chiave per rilanciare la competitività del continente.
Mix energetico UE nel 2024

Che situazione viviamo in UE? Quanto manca al raggiungimento degli obiettivi green? Che cos’è il mix energetico Il termine “mix energetico” si riferisce alla combinazione di fonti energetiche utilizzate per soddisfare la domanda di energia in una determinata area geografica. Composto da fonti rinnovabili come eolico, solare, idroelettrico e biomasse, insieme a fonti tradizionali come il carbone, il gas naturale, il petrolio e l’energia nucleare. Ogni fonte energetica contribuisce in modo diverso in termini di disponibilità, impatto ambientale e costi. Il mix energetico è determinato da una serie di fattori, tra cui le risorse naturali disponibili, le politiche governative, le infrastrutture esistenti e le esigenze della popolazione. Negli ultimi anni, il mix energetico è diventato un tema cruciale nei dibattiti sul cambiamento climatico e sulla transizione energetica. L’obiettivo è ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e aumentare l’uso di fonti rinnovabili per mitigare le emissioni di gas serra e garantire una maggiore sostenibilità ambientale. La situazione attuale Negli ultimi anni, l’Unione Europea ha compiuto passi significativi verso una transizione energetica più sostenibile. Secondo dati recenti, le fonti rinnovabili hanno raggiunto il 43% della produzione energetica complessiva nell’UE, superando le fonti tradizionali come nucleare e combustibili fossili. Questo progresso è stato trainato principalmente dalla crescita dell’energia eolica e solare, che nel primo semestre del 2024 hanno rappresentato il 30% dell’elettricità generata, sorpassando per la prima volta le fonti fossili. L’energia eolica si è affermata come una componente chiave del mix energetico europeo. Nel quarto trimestre del 2023, la produzione di energia eolica ha superato quella del carbone, generando 193 TWh rispetto ai 184 TWh del carbone. Questo risultato riflette l’impegno dell’UE a ridurre la dipendenza da fonti altamente inquinanti come il carbone. Tuttavia, non mancano le sfide. Nonostante l’installazione di 15 GW di nuova capacità eolica nel 2024, questo valore è ancora lontano dai 30 GW annui necessari per raggiungere gli obiettivi climatici dell’UE entro il 2030. Problemi legati a ritardi nei permessi e alla connessione alla rete rappresentano ostacoli significativi per l’espansione delle energie rinnovabili. Possibili scenari futuri Guardando al futuro, il mix energetico europeo è destinato a cambiare ulteriormente. Le proiezioni indicano che le fonti rinnovabili continueranno a crescere, sostenute da investimenti in infrastrutture e innovazioni tecnologiche. L’UE ha fissato obiettivi ambiziosi per il 2030, tra cui il raggiungimento di una quota del 55% di energia da fonti rinnovabili e la completa decarbonizzazione del settore energetico entro il 2050. Per raggiungere questi traguardi, sarà necessario affrontare diverse sfide. Prima fra tutte, l’accelerazione dei processi di autorizzazione per nuovi impianti rinnovabili e il potenziamento delle reti di trasmissione e distribuzione. Inoltre, il mercato dovrà adattarsi per integrare una maggiore quota di energia intermittente, proveniente da fonti come eolico e solare, attraverso soluzioni come lo stoccaggio energetico e l’uso di tecnologie digitali per una gestione più efficiente della rete. Nonostante le difficoltà, il futuro energetico dell’Europa appare promettente. La combinazione di politiche climatiche rigorose, il sostegno pubblico e privato agli investimenti nelle rinnovabili e la crescente consapevolezza dell’importanza della sostenibilità energetica rendono il mix energetico europeo un modello per altre regioni del mondo.
ZES 2025: arrivano nuove regole

Le Zone Economiche Speciali (ZES) rappresentano un pilastro strategico per il rilancio economico del Sud Italia, e il 2025 porta con sé importanti novità per le imprese interessate a sfruttare i benefici fiscali e gli incentivi connessi. Le recenti modifiche normative offrono nuove opportunità, ma richiedono un’attenzione particolare per accedere al credito d’imposta e partecipare ai programmi di sviluppo. In questo articolo, scoprirai cosa cambia, come accedere al credito d’imposta e come candidarti. Novità sulle ZES per il 2025 Le principali novità introdotte per il 2025 riguardano tre aspetti fondamentali: Come ottenere il credito d’imposta per le ZES 2025 L’accesso al credito d’imposta segue un processo ben definito. Ecco i passaggi principali: 1. Verifica dei requisiti Le imprese devono verificare se operano in una delle aree identificate come ZES. La lista delle zone ammissibili è consultabile sul sito ufficiale del Ministero dell’Economia o delle strutture ZES locali. 2. Preparazione del piano di investimento È necessario presentare un piano dettagliato che evidenzi gli investimenti in beni strumentali nuovi destinati alle strutture produttive situate nella ZES. Gli investimenti devono essere direttamente collegati all’attività produttiva e finalizzati a migliorare la competitività aziendale. 3. Richiesta del credito d’imposta La domanda deve essere inoltrata tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate, utilizzando il modulo specifico. È fondamentale indicare il codice tributo corretto, soprattutto per le imprese agricole e della pesca. 4. Erogazione del credito Una volta approvata la richiesta, il credito d’imposta viene erogato e può essere utilizzato in compensazione attraverso il modello F24. Come effettuare la candidatura per i contratti di sviluppo I Contratti di Sviluppo sono uno strumento fondamentale per i grandi progetti d’investimento nelle ZES. Ecco il processo per partecipare:
2025: nuove regole per startup innovative

Il 2025 porta con sé importanti cambiamenti per le startup e le PMI innovative in Italia, grazie all’entrata in vigore della Legge 16 dicembre 2024 n. 193, nota come Legge Annuale per il Mercato e la Concorrenza. Questa normativa introduce modifiche significative alla definizione, ai requisiti e al periodo di permanenza nel registro speciale delle startup innovative. Nuova definizione di startup innovativa La legge ridefinisce il concetto di startup innovativa, specificando che deve trattarsi di una micro, piccola o media impresa, secondo la raccomandazione 2003/361/CE della Commissione Europea. Inoltre, viene esclusa la possibilità di qualificarsi come startup innovativa per le aziende che svolgono prevalentemente attività di agenzia o consulenza. Questa restrizione mira a garantire che solo le imprese con un reale contenuto innovativo possano beneficiare delle agevolazioni previste. Caratteristiche essenziali: Periodo di permanenza nel Registro Speciale Una delle modifiche più rilevanti riguarda la durata della permanenza nella sezione speciale del Registro delle Imprese dedicata alle startup innovative. Il nuovo sistema prevede un meccanismo articolato in periodi di 3+2+2 anni, con requisiti aggiuntivi da soddisfare per poter estendere la permanenza oltre il terzo anno. Le startup già iscritte al 18 dicembre 2024 dovranno adeguarsi a questi nuovi requisiti entro termini specifici, variabili in base alla loro anzianità di iscrizione. Implicazioni per le startup e gli investitori Queste novità normative hanno suscitato dibattiti tra gli addetti ai lavori. Da un lato, l’introduzione di criteri più stringenti potrebbe ridurre il numero di imprese qualificate come startup innovative, con l’obiettivo di concentrare le agevolazioni su realtà con un effettivo potenziale di crescita e innovazione. Dall’altro, c’è il timore che tali restrizioni possano limitare l’attrattività del sistema italiano per gli investitori e ostacolare lo sviluppo di nuove iniziative imprenditoriali. Solo il tempo potrà darci una risposta.
Nuove mani robotiche ampliano gli orizzonti

Un nuovo traguardo nella robotica? Sanctuary AI, un’azienda canadese all’avanguardia nel campo dell’intelligenza artificiale, ha compiuto un passo importante nel mondo della robotica: la creazione di mani robotiche con una destrezza simile a quella umana. Questi dispositivi possono eseguire movimenti complessi con precisione, avvicinando le macchine a una capacità d’interazione sempre più naturale con il mondo fisico. La conquista segna un momento cruciale, aprendo la strada a nuove applicazioni in settori chiave come la medicina, la produzione industriale e l’assistenza personale. Mani robotiche di nuova generazione La principale innovazione di queste mani risiede nella loro capacità di manipolare oggetti con delicatezza, replicando movimenti che finora erano prerogativa esclusiva degli esseri umani. Dotate di sensori avanzati e motori miniaturizzati, sono in grado di afferrare, piegare e assemblare componenti anche di piccole dimensioni. Questo tipo di tecnologia può trovare applicazioni nel campo chirurgico, per interventi di alta precisione, o in contesti produttivi, per lavori che richiedono manovre meticolose e ripetitive. Perché è importante anche l’AI in questo processo? L’intelligenza artificiale è il cuore del successo di questa innovazione. Grazie a sofisticati algoritmi di apprendimento, le mani robotiche possono adattarsi a una varietà di situazioni e imparare nuovi compiti, migliorando progressivamente la loro performance. Questo rende possibile un’interazione flessibile e personalizzata, trasformando i robot in veri e propri collaboratori per gli esseri umani. L’IA non solo amplifica le capacità fisiche del dispositivo, ma lo rende anche più sicuro e affidabile in ambienti sensibili.
Hackerato Infocert

InfoCert, uno dei principali fornitori di identità digitale in Italia, è al centro di un grave attacco informatico. La società, leader nella gestione dello SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), consente agli utenti di accedere in modo sicuro a numerosi servizi online della pubblica amministrazione e di enti privati. Attacco ai dati sensibili L’attacco, scoperto di recente, ha compromesso una quantità significativa di dati personali e credenziali degli utenti tra cui nomi, cognomi, codici fiscali. L’attacco è stato poi rivendicato sul deep web e il 29 dicembre l’azienda ha attestato l’avvenuto furto di dati. Vendita sul Deep Web Il pacchetto è stato messo in vendita sul Deep Web e l’hacker afferma di aver rubato circa 5.5 milioni di dati tra cui numeri di telefono e email. Le autorità e InfoCert stanno lavorando per comprendere la portata dell’evento e adottare misure di contenimento. Gli utenti sono stati invitati a cambiare immediatamente le credenziali dei propri account e a vigilare su eventuali attività sospette. Senz’altro un episodio che sottolinea l’importanza della protezione da attacchi informatici per la propria impresa. I dati sono l’oro di questa millennio e vanno salvaguardati.
Incentivi fine 2024

Ecco alcuni incentivi ancora utilizzabili in questa fine di 2024. Incentivi autoimpiego Il Decreto Coesione ha introdotto novità a supporto dei giovani e delle donne che intendono avviare iniziative nelle regioni del Sud o in territori in difficoltà. Gli incentivi per l’autoimpiego includono sovvenzioni a fondo perduto fino al 50% delle spese ammissibili, mentre la somma restante può essere finanziata tramite prestiti a tasso agevolato. Spese ammissibili A chi si rivolge?Possono accedere micro e piccole imprese costituite entro i 24 mesi precedenti, oltre a potenziali imprenditori che intendano avviare una nuova impresa. Al momento non è ancora possibile inoltrare le richieste attraverso il portale Invitalia, poiché si attendono le istruzioni definitive, previste nei primi mesi del 2025. Smart&Start Italia Smart&Start Italia è il sostegno pensato per favorire la nascita di startup innovative in qualunque regione italiana. Il pacchetto di misure prevede finanziamenti a tasso zero sulle spese ammissibili e un contributo a fondo perduto del 30% per le imprese con sede nelle regioni meridionali o in zone soggette a crisi industriale. Spese ammissibili La candidatura deve essere inoltrata tramite la piattaforma Invitalia, allegando un piano d’impresa dettagliato e la documentazione riguardante l’innovatività della proposta. ON – Oltre Nuove Imprese a Tasso Zero è un programma gestito da Invitalia, rivolto alle micro e piccole imprese in cui la maggioranza dei soci ha un’età compresa tra 18 e 35 anni o è rappresentata da donne di ogni fascia anagrafica. L’agevolazione consente di ottenere un mix di finanziamento a tasso zero e contributi a fondo perduto fino a un massimo del 90% delle spese ritenute ammissibili, per iniziative con investimenti che possono arrivare fino a 3 milioni di euro. IVAFinanziamenti Oltre Nuove Imprese a Tasso Zero per giovani e donne22 Novembre 2024 Spese ammissibili La richiesta di agevolazione si effettua online sulla piattaforma di Invitalia, facendo uso di SPID, firma digitale e PEC. Occorre compilare il piano d’impresa e caricare la documentazione necessaria. La procedura è disponibile a questo link.
L’Italia del rinnovabile dove si trova?

Sebbene la transizione ecologica stia portando ad aumentare gli investimenti nel rinnovabile in varie forme, non è Produzione di energia rinnovabile per regione Secondo i dati del Gestore dei Servizi Energetici (GSE) relativi al 2021, la Lombardia guida la classifica nazionale con una produzione di 17.239 GWh da fonti rinnovabili, rappresentando il 14,8% del totale italiano. Segue la Puglia con 10.729 GWh (9,2%), mentre il Piemonte si attesta al terzo posto con 9.762 GWh (8,4%). Altre regioni con performance rilevanti includono il Veneto (7,5% della produzione nazionale), la Toscana (7,3%) e la Sicilia (4,9%). Queste cifre evidenziano come sia le regioni settentrionali che quelle meridionali contribuiscono in modo significativo alla produzione di energia pulita nel paese. Fonti rinnovabili predominanti per regione L’Italia è dotata di molti tipi di terreni e condizioni alle quali si adatta un tipo di produzione o un’altra. Vediamo le principali: Crescita e trend recenti Tra il 2018 e il 2020, alcune regioni hanno registrato incrementi notevoli nei consumi di energia da fonti rinnovabili: La strada è lunga ma è segno che anche prima del PNRR e dei fondi erogati per la transizione energetica ci si stava muovendo nella giusta direzione. Obiettivi e sfide future Nonostante i progressi, alcune regioni devono ancora intensificare gli sforzi per raggiungere gli obiettivi nazionali ed europei in materia di energia rinnovabile. Liguria, Lazio ed Emilia-Romagna, ad esempio, presentano percentuali di consumo energetico da fonti rinnovabili inferiori alla media nazionale.
Mondo: si attende il taglio dei tassi

Il 2024 è senz’altro segnato da un progressivo ritorno alla normalità per quanto riguarda i tassi d’intersesse. Le varie banche centrali stanno tagliando e, probabilmente, continueranno a tagliarli nel 2025. Vediamo meglio la situazione non solo nel continente europeo. Cosa succede in Europa La Banca Centrale Europea (BCE) ha recentemente adottato una politica di riduzione dei tassi di interesse. Solo nell’ultimo trimestre, il tasso sui depositi è stato ridotto di 25 punti base, portandolo al 3%. Questo rappresenta un cambio significativo nella strategia monetaria, volto a contrastare il rallentamento economico e a garantire una maggiore stabilità dei prezzi. Christine Lagarde, presidente della BCE, ha sottolineato che l’obiettivo principale è quello di bilanciare crescita e inflazione, preparandosi a ulteriori manovre qualora la situazione lo richieda. USA e resto del mondo Dall’altra parte dell’Atlantico, la Federal Reserve ha ridotto i tassi di interesse di 25 punti base, portandoli in una fascia compresa tra il 4,25% e il 4,50%. Questa decisione riflette le sfide economiche poste da un rallentamento globale, sebbene gli Stati Uniti continuino a mostrare una certa resilienza economica. Nel contesto asiatico, la Banca Popolare Cinese (PBoC) ha adottato misure simili, abbassando il tasso di prestito a un anno al 2%. Questi interventi mirano a sostenere la crescita, in un momento in cui la domanda interna risulta debole. Anche altre economie emergenti, come l’Indonesia e le Filippine, hanno seguito l’esempio, cercando di stimolare l’attività economica locale. Il futuro Le prospettive future dipendono fortemente dall’evoluzione delle condizioni economiche globali. La BCE ha già indicato che ulteriori tagli potrebbero essere presi in considerazione, qualora l’inflazione si mantenesse sotto controllo e la crescita continuasse a rallentare. Allo stesso modo, la Federal Reserve ha dichiarato che monitorerà attentamente i dati macroeconomici prima di prendere ulteriori decisioni. In Asia, la Banca del Giappone ha mantenuto invariati i tassi, ma ha segnalato la possibilità di una futura riduzione per contrastare le pressioni deflazionistiche. L’Australia, invece, potrebbe seguire una traiettoria simile nel prossimo semestre. Influenze sull’economia La riduzione dei tassi d’interesse ha implicazioni significative per le economie globali. In primo luogo, queste politiche rendono più conveniente il credito per imprese e consumatori, stimolando investimenti e consumi. Tuttavia, c’è anche il rischio che un eccessivo allentamento monetario possa creare bolle speculative nei mercati finanziari. Per i mercati emergenti, la riduzione dei tassi nei paesi sviluppati potrebbe tradursi in un maggiore afflusso di capitali, favorendo la crescita locale. Tuttavia, queste economie devono anche affrontare sfide legate all’aumento del debito denominato in dollari e alle fluttuazioni valutarie.
SIISL: da domani attiva la piattaforma

Dal 18 dicembre 2024, cittadini e imprese avranno a disposizione un nuovo strumento innovativo per migliorare l’accesso al mondo del lavoro: SIISL (Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa). Una piattaforma digitale intuitiva e moderna che promette di rivoluzionare la ricerca del lavoro e la formazione professionale in Italia. Un progetto del Governo italiano che mira a migliorare l’incontro tra competenze e ricerca del personale. Cos’è la piattaforma SIISL? La piattaforma SIISL è il nuovo servizio digitale voluto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e sviluppato dall’INPS. Questo sistema rappresenta un vero e proprio marketplace del lavoro dedicato sia ai cittadini in cerca di occupazione o formazione, sia alle imprese che desiderano trovare candidati idonei in modo rapido ed efficace. All’interno si trovano servizi e strumenti già esistenti, semplificando la ricerca del lavoro e ottimizzando il percorso professionale degli utenti grazie all’uso di tecnologie avanzate, come l’intelligenza artificiale. L’idea è quella di ridurre le criticità che oggi rendono più difficile trovare candidati e lavoro per chi lo cerca. Cosa fa SIISL L’obiettivo principale della piattaforma SIISL è favorire l’inclusione sociale e lavorativa. Ecco quindi quali sono i punti principali da risolvere: Un approccio chiaro, dinamico e orientato ai bisogni concreti del mercato del lavoro. Quando si potrà usare SIISL? A partire dal 18 dicembre 2024 SIISL sarà disponibile per tutti i cittadini italiani e stranieri, nonché per le imprese. Da questa data, il sistema diventerà il punto di riferimento per la ricerca del lavoro e della formazione in Italia. Per coloro che percepiscono già misure di sostegno, come la NASpI o la DIS-COLL, l’iscrizione alla piattaforma avverrà automaticamente, semplificando ulteriormente l’accesso ai servizi. Come Usare la Piattaforma SIISL L’utilizzo della piattaforma SIISL è semplice e accessibile: La piattaforma SIISL integrerà anche offerte già presenti su altre piattaforme pubbliche nazionali e internazionali, ampliando così la visibilità delle opportunità lavorative. Cosa accadrà La speranza è che questo nuovo servizio possa migliorare l’incontro tra professionisti e aziende e, nel lungo periodo, garantisca più accesso al lavoro da parte di disoccupati e lavoratori che vogliono ricollocarsi.