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Il futuro dell’AI con Cristiano De Nobili

Chi è Cristiano De Nobili? Sono un fisico teorico con un PhD in Quantum Information Theory alla SISSA di Trieste. Con oltre otto anni di esperienza in Deep Learning e AI. Oggi sono Lead AI Scientist presso Pi School e Tech Lead di due grant ESA, lavorando principalmente sull’AI applicata alle sfide ambientali e climatiche. Sono docente di Deep Learning presso il Master in High-performance Computing (ICTP/SISSA, Trieste) e di Quantum Machine Learning presso la Scuola Superiore Ca’ Foscari. Ho da sempre cercato di rivolgere la mia attenzione alle tecnologie emergenti, dall’IA e alle tecnologie quantistiche, con collaborazioni che vanno dalla European Space Agency fino al SIOS Remote Sensing Centre delle Isole Svalbard. Oggi si parla quasi solo di Generative AI ma ne esistono tanti tipi diversi, esistono modelli AI più promettenti di queste? Il grande merito dell’AI Generativa è quello di aver permesso un’interazione uomo-macchina più semplice che in passato, l’interazione oggi è alla portata di tutti perché l’unico requisito richiesto è saper usare il linguaggio naturale. Tuttavia l’AI Generativa non è l’unica cosa esistente. Anzi, la gran parte delle applicazioni degli algoritmi di Machine Learning non sono generative. Alcuni esempi sono gli algoritmi dietro molti processi di ottimizzazione industriale, gli algoritmi che muovono i motori di ricerca o che si nascondono dietro l’e-commerce o le predizioni finanziarie. Ci sono modelli AI che assistono i medici nelle diagnosi o algoritmi di Deep Learning che permettono di analizzare i dati satellitari. L’AI in generale in che direzione si sta muovendo: aiuto delle capacità umane o sostituzione? L’AI di per sé non si sta muovendo in nessuna direzione in maniera autonoma ma è chiaro che si muove nel perimetro normativo che glielo consente. In altre parole la scelta politica deve indirizzare lo sviluppo nella direzione che ritiene più opportuna, per esempio allineata con i principi umani. Nei prossimi cinque anni molti lavori potranno essere sostituiti, non solo quelli noiosi o ripetitivi, ma anche quelli creativi. Sta alla politica e a noi decidere chi mettere al centro, a chi tutelare dei diritti. Gli USA, secondo le maggiori agenzie, stanno lavorando ad una legge che impedisca la cessione dei propri LLM a competitor esteri che possano rappresentare un rischio per la sicurezza nazionale. Questa è una scelta che può avere un senso per contenere eventuali utilizzi malevoli? Sicuramente nell’ottica di mantenere la superiorità tecnologica per gli USA ha senso questo tipo di strategia. Occorre ricordare però che questi algoritmi sono stati creati anche da collaborazioni tra università, quindi sarebbe giusto che questa tecnologia fosse disponibile a tutti. Dopo aver assistito al rapido sviluppo di testi, video e audio generati dall’AI, che cosa possiamo aspettarci nel futuro prossimo? In realtà questo è l’aspetto che sorprende tutti perché lo vediamo tutti i giorni ma gli LLM non sono gli unici. Oggi esistono i Multimodal Foundational Model che sono in grado di ricevere ed elaborare tanti tipi di input. Ma i modelli più interessanti sono quelli come i Genomic Language Model, che potenzialmente potrebbero essere in grado di creare sequenze di DNA. Oppure ci sono modelli che stanno cercando di studiare il linguaggio animale e quindi che possano permettere un’interazione mai vista tra uomo e altre specie.  Il mondo del futuro avrà spazio solo per figure tecniche o ci sarà lavoro anche per altri tipi di figure?  Nei prossimi anni senz’altro i tecnici saranno essenziali perché l’evoluzione dell’AI sarà importante e strategica. Quindi sarà richiesta grande competenza in settori chiave. A lungo termine invece è probabile che i modelli di AI saranno talmente evoluti da abbassare le “barriere d’ingresso” nel mondo più tecnico. Avranno sempre più importanza competenze ibride, anche con uno spiccato lato umanistico. Altrettanto importanti saranno quei lavori in grado di riportare l’uomo ad avere una forte connessione con la Natura, in un mondo sempre più frenetico e tecnologico.  L’AI arriverà mai ad essere in grado di programmare la propria evoluzione da sola? Ci sono già dei modelli che tentano di fare questo ma non sono assolutamente efficienti, la tecnologia è ancora troppo primordiale per pensare ad un’evoluzione del genere. Il rischio di trovarci in un film di fantascienza al momento è bassissimo. Molto più preoccupante è l’utilizzo che l’uomo stesso fa di queste tecnologie. Cosa stiamo facendo per costruire gli “anticorpi” per proteggerci da utilizzi malevoli dell’AI? L’Europa con l’IA Act ha cercato di creare una regolamentazione normativa per prevenire situazioni potenzialmente rischiose. Chiaro che a margine di un’azione normativa è necessario che le persone fruiscano di contenuti in modo più attivo domandandosi se il contenuto che stanno visualizzando sia generato da AI oppure sia generato da umani.

Stipendi metalmeccanici in aumento: continua la partita dei rinnovi

La situazione dei metalmeccanici in Italia è stata molto discussa negli ultimi mesi. Nonostante sul tavolo della discussione ci sia ancora il rinnovo l’aumento è già arrivato. I metalmeccanici lo vedranno a partire da giugno. Le nuove tabelle retributive L’adeguamento degli stipendi non è dovuto a un nuovo rinnovo contrattuale, ma all’ultimo adeguamento stipendiale previsto dal CCNL Metalmeccanici Industria 2021-2024. L’ISTAT ha ufficializzato il valore dell’indice IPCA-NEI (Ipca al netto degli energetici importati) per il 2023, fissato al 6,9%. Questo valore ha superato gli incrementi retributivi complessivi inizialmente previsti per giugno 2024. Pertanto, in base all’accordo sottoscritto da FIM – CISL, FIOM – CGIL, UILM – UIL e FEDERMECCANICA – ASSISTAL, si procederà con un aumento dei minimi tabellari del 6,9%. Ecco quindi le tabelle retributive aggiornate: Livello di inquadramento | Minimo stipendiale da 06-2023 a 05-2024 | Adeguamento IPCA giugno 2024 (6.9%) | Totale stipendio lordo da giugno 2024 Un accordo ancora da cercare L’IPCA-NEI, un indice che esclude i beni energetici importati, è stato ufficialmente fissato al 6,9% dall’ISTAT il 7 giugno 2024. Questo incremento è stato determinato per garantire che i salari dei lavoratori metalmeccanici tengano il passo con l’inflazione e l’aumento del costo della vita. L’adeguamento dei minimi contrattuali previsto dal CCNL del 5 febbraio 2021 riflette questo incremento, assicurando che i lavoratori vedano un adeguamento significativo nei loro stipendi. Gli aumenti salariali per i lavoratori metalmeccanici non sono gli ultimi. Infatti, al momento, le parti sociali, che includono rappresentanti dei sindacati e delle associazioni di categoria come FIM – CISL, FIOM – CGIL, UILM – UIL e FEDERMECCANICA – ASSISTAL, stanno discutendo ulteriormente il rinnovo del CCNL Metalmeccanici Industria per il periodo 2024-2027. I temi sul tavolo non sono solo di carattere monetario ma spaziano su diversi temi. Inflazione e aumenti Gli aumenti salariali sono fondamentali per diversi motivi. In primo luogo, aiutano i lavoratori a mantenere il loro potere d’acquisto in un contesto economico caratterizzato da inflazione e aumento dei costi. Ricordiamo che nel 2023 l’inflazione ha chiuso l’anno al 5,7% totale. Nel mese di maggio 2024, invece, si registra un +0,4%, si tratta quindi di una situazione economica instabile e non priva di insidie. In secondo luogo, contribuiscono a migliorare il morale e la motivazione dei lavoratori, che vedono riconosciuti i loro sforzi e il loro contributo all’industria. In un settore da sempre strategico per l’economia italiana è fondamentale mantenere attrattività per non disperdere il know-how e attirare sempre nuovi talenti. I

3 consigli per mantenere sicura la tua azienda

Nel corso del 2023 l’industria manifatturiera ha visto aumentare del 25% gli attacchi hacker. Questo perché si tratta di aziende che lavorano in un settore particolarmente interessante e per via della dimensione media dell’industria italiana. Non sempre gli investimenti in sicurezza sono percepiti come necessari ma lo diventano ogni giorno di più. Oggi diamo 3 consigli basilari per dormire sonni più tranquilli. Controllo delle periferiche Uno dei punti deboli più sottovalutato è quello che riguarda le periferiche inserite nei dispositivi aziendali. Periferiche USB come SSD portatili o chiavette possono diventare fonte di problemi se non monitorate. Infatti non possiamo prevedere l’utilizzo che ne ha fatto chi la possiede prima di entrare in contatto con i nostri computer. Per questo dovresti stabilire delle regole per evitare di essere soggetto a contaminazioni da parte di periferiche removibili non sicure. Attenzione ai destinatari delle email Con l’avvento delle AI generative le cose si stanno facendo sempre più complicate. Se un tempo le mail di phishing erano molto più riconoscibili oggi bisogna prestare attenzione perché a volte ne riceverai alcune davvero molto credibili. Ecco cosa puoi fare per scoprire mail malevole: Proteggere le proprie macchine smart Con l’arrivo dell’industria 4.0 le macchine sono diventate sempre più smart, in grado di dialogare con la rete e semplificare molte operazioni. Una rivoluzione a tutti gli effetti che però ha anche dei lati negativi. Essendo connesse, le macchine possono diventare oggetto di attacco. Ecco quindi che occorre proteggerle:

ChatGPT: guida base

ChatGPT è diventato un assistente fidato per molte operazioni quotidiane ma non tutti hanno imparato ad usarlo nelle sue funzioni più importanti. Per questo oggi inizia un viaggio alla scoperta di questo strumento indispensabile per molti.

Parliamo di facilitazione con Andrea Romoli

Chi è Andrea Romoli? Da due anni e mezzo sono facilitatore LEGO® SERIOUS PLAY®, in precedenza ho ottenuto due certificazioni: Design Thinking e Design Sprint.  Negli anni precedenti ho avuto esperienze tecniche di vario tipo come sistemista e ruoli affini. Ho organizzato il Mashable Social Media Day, partito da una partecipazione di nicchia si è trasformato in un evento con più di cento speaker. Poi ho conosciuto Fabrizio Faraco con il quale organizzavamo eventi. Lui era già facilitatore LEGO® SERIOUS PLAY® e mi ha trasmesso la sua passione per la materia. Da lì le cose si sono evolute e lo sono diventato anche io. Che ruolo ha un facilitatore? Si tratta di un professionista neutrale rispetto al team che partecipa al workshop e cerca di favorire un clima che porti a delle soluzioni ai problemi aziendali. Si tratta di un ruolo non sempre semplice. A che tipo di settori si può applicare? La metodologia è senza contenuto, quindi è possibile applicarla a tutti i settori senza limitazioni. Anche nel manifatturiero può essere applicato e questo rende il metodo estremamente versatile. Il kit varia a seconda della situazione e della durata del workshop.  Quanto è stata utile la tua esperienza pregressa? Gestire team, organizzare eventi è utile ma ciò che mi ha dato più strumenti è proprio il training per arrivare a diventare facilitatore LEGO® SERIOUS PLAY®. Senza adeguata formazione sarebbe impossibile svolgere il proprio lavoro con profitto. Come si organizza un workshop di successo? Serve una location adeguata alle dimensioni dell’evento ma anche il numero giusto di partecipanti. Per questo bisogna essere disposti a pubblicizzare adeguatamente l’evento. In questo senso la mia presenza social aiuta moltissimo a creare il giusto seguito. Strutturare il workshop correttamente rispetto agli argomenti, alla durata e alle pause per permettere di assimilare tutto agli utenti.  Quali sono stati gli eventi che ti sono rimasti più eventi? Il workshop per diventare Facilitatore è stata un’esperienza incredibile perché ti mette alla prova in molti modi e ti permette di conoscere te stesso in modi che non pensavi.  C’è stato un progetto particolare nel quale sei stato coinvolto? Una startup che ha ottenuto un grande finanziamento che aveva un grande problema di comunicazione tra le sedi aziendali nei diversi Paesi. Abbiamo quindi organizzato un workshop per elaborare una strategia di comunicazione interna. Durante l’evento hanno quindi individuato molti problemi che non sapevano di avere. Si può applicare successivamente quanto imparato? Quando hai imparato i principi guida durante l’evento li puoi seguire sempre. Se hai bisogno di avere un facilitatore in azienda puoi far intraprendere questo percorso ad un collaboratore. Ma si tratta di un percorso lungo e difficile.  Cosa impari dalle aziende nel corso del tuo lavoro? Ogni occasione permette di affinare le mie competenze per svolgere il ruolo al meglio. Ogni azienda ha il suo modo di affrontare i problemi e le sue procedure. Per questo è necessario comprendere al meglio il contesto nel quale si applica il processo. Gli altri metodi che conosci in che contesti si applicano? Design Sprint e Design Thinking si applicano bene nell’ambito startup ma possono anche essere applicati in contesti differenti. L’importante è che si bilanci correttamente la parte pratica da quella teorica o si corre il rischio di non assimilare correttamente i concetti.  L’IA che ruolo potrà avere nel tuo campo? Probabilmente in parte verrà toccato dall’arrivo di una tecnologia così importante. Nel breve periodo non credo però che vedremo novità eclatanti. Sicuramente potrà aiutarci intervenendo sulla costruzione del workshop.  L’ambiente startup italiano in che situazione è? Senz’altro si tratta di un ambiente vivace ma non è facile riuscire ad emergere in un contesto come quello italiano. Stanno nascendo iniziative anche delle istituzioni per facilitare l’accesso al credito, soprattutto a Milano. Staremo a vedere nei prossimi anni in che direzione andrà.

NVIDIA: storia di un colosso da 3.000 miliardi

NVIDIA è stata costituita nel 1993 da Jensen Huang, Chris Malachowsky e Curtis Priem con l’intento di innovare il mercato delle unità di elaborazione grafica (GPU). Il primo grande traguardo dell’azienda è stato il rilascio della GeForce 256 nel 1999, riconosciuta come la prima GPU al mondo. Questa novità ha rivoluzionato il settore dei videogiochi, introducendo capacità avanzate di rendering 3D in tempo reale. Nel tempo, il mercato delle GPU è cresciuto significativamente, con miglioramenti continui nella potenza di elaborazione. In questa fase, NVIDIA si è concentrata principalmente sul gaming, diventando un attore importante ma non ancora il colosso tecnologico che conosciamo oggi. Prime sperimentazioni in campo IA Le grandi trasformazioni avvengono spesso inaspettatamente, e NVIDIA non fa eccezione. L’azienda ha esteso il proprio ambito operativo oltre il gaming, emergendo come un leader nel campo dell’intelligenza artificiale (IA). Con l’introduzione dell’architettura CUDA nel 2006, le GPU di NVIDIA sono diventate strumenti potenti non solo per la grafica, ma anche per il calcolo parallelo. Questo ha aperto nuove possibilità nel mondo del business e della ricerca, portando l’azienda in settori precedentemente inaccessibili. Negli ultimi tre anni, il boom del mercato dell‘IA ha accelerato notevolmente la crescita di NVIDIA, trasformandola in un’azienda con una crescita quasi esponenziale. Questa posizione di rilievo offre a NVIDIA la possibilità di consolidare la propria dominanza e pianificare ulteriori espansioni future. L’IA: Un Pilastro per NVIDIA Le prime esperienze di NVIDIA con l’intelligenza artificiale risalgono al 2012, quando le sue GPU sono state impiegate per accelerare le reti neurali profonde (DNN). Questo ha portato a importanti progressi in applicazioni come il riconoscimento vocale e visivo, con sviluppi rivoluzionari nel riconoscimento delle immagini e nell’elaborazione del linguaggio naturale. NVIDIA ha lavorato con ricercatori di istituzioni accademiche e aziende tecnologiche per migliorare le prestazioni delle reti neurali, rendendo possibili applicazioni pratiche come i sistemi di assistenza vocale, la diagnostica medica basata su immagini e la guida autonoma. Un’azienda di cui non si può fare a meno Oggi, NVIDIA è cruciale non solo nel settore dei videogiochi, ma anche in ambiti come i data center, l’automotive, la robotica e la sanità. Le sue GPU sono utilizzate nei data center per accelerare i carichi di lavoro di IA, permettendo l’elaborazione di enormi quantità di dati in tempi brevi. Nel settore automobilistico, NVIDIA è un leader nella fornitura di piattaforme per veicoli autonomi, grazie alle sue tecnologie Drive AGX che integrano IA e capacità di calcolo avanzate per supportare la guida autonoma e le funzioni di assistenza alla guida. Inoltre, le soluzioni di IA di NVIDIA sono adottate in vari settori industriali per migliorare l’efficienza, ridurre i costi e innovare i processi produttivi. Questa diversificazione rende l’azienda solida dal punto di vista finanziario e pronta ad affrontare le sfide future. Nuovi prodotti NVIDIA opera in un mercato molto dinamico, anticipando spesso le tendenze. I nuovi prodotti sono progettati per facilitare la transizione verso un nuovo paradigma di interazione con i computer. L’architettura Blackwell, presentata quest’anno, segna l’inizio di una nuova era. Una versione ancora più potente è prevista per il 2025. Cosa ci sarà nel futuro? Con una valutazione di mercato vicina ai tremila miliardi di dollari, le prospettive per NVIDIA sono enormi. I settori di investimento sono molti, e ci si aspetta che l’azienda compia grandi progressi in tutte le aree chiave nei prossimi mesi e anni. NVIDIA potrebbe persino diventare l’azienda con il maggior valore di mercato, continuando a spingere i confini dell’innovazione tecnologica.

Blockchain e impresa: il futuro?

Cos’è la Blockchain? La blockchain è una tecnologia complessa che necessita di una spiegazione dettagliata per essere compresa appieno. Si tratta di un registro distribuito che consente di conservare dati in modo sicuro, trasparente e immutabile. Ogni blocco di dati è collegato al precedente, formando una catena in cui le informazioni non possono essere modificate senza l’approvazione della rete. Questo sistema decentralizzato è molto sicuro poiché le informazioni sono distribuite su molti nodi, rendendo difficile qualsiasi tentativo di manipolazione. Infatti, modificare le informazioni su un singolo nodo è molto più semplice rispetto a farlo su tanti nodi simultaneamente. Solo criptovalute? Esistono vari miti riguardo alla blockchain che devono essere sfatati. Uno di questi è che la blockchain sia utile solo per le criptovalute. Anche se la blockchain è alla base delle criptovalute, le sue applicazioni vanno ben oltre, comprendendo la gestione delle catene di approvvigionamento, i contratti intelligenti e molto altro. Un altro mito è che la blockchain sia completamente immutabile. Sebbene le informazioni registrate siano difficili da alterare, non è del tutto impossibile. Questa tecnologia, per sua natura estremamente trasparente, consente di operare a diversi livelli in molti settori. Dall’automazione dei contratti (smart contracts) alla gestione delle catene di fornitura, dai pagamenti internazionali alla sicurezza dei dati. Le sue principali caratteristiche includono l’immutabilità, la trasparenza e la decentralizzazione, che la rendono ideale per operazioni che richiedono elevati livelli di sicurezza e fiducia. Perché integrarla nella tua impresa? Incorporare la blockchain nella tua azienda può portare numerosi benefici. Prima di tutto, la sicurezza dei dati è notevolmente migliorata grazie alla crittografia e alle firme digitali, che assicurano che solo le persone autorizzate possano accedere ai dati. Questo è particolarmente utile in settori come la finanza e la sanità, dove la protezione dei dati è fondamentale. Inoltre, la trasparenza e la tracciabilità sono migliorate poiché ogni transazione è registrata e visibile a tutti i partecipanti della rete. Questo è utile per tracciare la provenienza dei prodotti e prevenire frodi. Non si tratta solo di trasparenza, ma anche di efficienza operativa, poiché la blockchain può automatizzare processi che altrimenti richiederebbero interventi manuali e mediazione di terze parti. Ad esempio, la riconciliazione dei pagamenti e la gestione dei contratti possono essere notevolmente semplificate. Questo permette agli operatori di concentrarsi su mansioni più complesse e importanti per l’azienda. Infine, la blockchain riduce il rischio di frodi nei pagamenti, assicurando che tutte le transazioni siano sicure e automatiche, migliorando l’affidabilità delle operazioni finanziarie. Sfide e soluzioni Nonostante i numerosi vantaggi, l’adozione della blockchain presenta alcune sfide. Una delle principali difficoltà è il costo di implementazione, che può essere elevato a causa delle risorse necessarie per sviluppare e mantenere il sistema. È quindi essenziale valutare attentamente i costi e pianificare un budget adeguato per garantire un’implementazione sostenibile. Un altro problema è la scalabilità: con l’aumento del numero di utenti e transazioni, la blockchain può diventare lenta e inefficiente. Tuttavia, soluzioni come la Lightning Network per Bitcoin o altri miglioramenti di protocollo possono aiutare a mitigare questi problemi. Un’ulteriore sfida è la limitata adozione della blockchain. Per funzionare al meglio, la blockchain richiede l’adozione diffusa da parte di tutti gli attori della rete. Promuovere la comprensione e l’educazione sulla blockchain all’interno e all’esterno dell’azienda può facilitare questa adozione.

Parliamo di hacker etici con Marco Balduzzi

Chi è Marco Balduzzi e come è diventato Hacker etico? Il percorso per diventare un hacker etico è lungo, senz’altro la prima cosa è la curiosità. Da ragazzo amavo capire come funzionasse tutto, ad esempio il motorino. Il fascino del computer è che abbatte le barriere d’ingresso.  Gli hacker etici sono quelli che operano per trovare vulnerabilità ma non ne traggono vantaggio, hanno un ruolo benefico di segnalazione dei problemi. Percorso del tutto opposto a chi invece sfrutta le proprie abilità per compiere atti criminosi. Come mai in un mondo sempre più evoluto il DDoS è ancora un attacco diffuso? Nonostante sia semplice è difficile proteggersi da un attacco come questo. Infatti, soprattutto per piccole imprese, resistere a tanto traffico è praticamente impossibile date le ridotte capacità di banda. Per questo bisogna valutare con attenzione cosa esporre alla Rete internet e cosa debba rimanere confinato nella rete aziendale. Perché un hacker dovrebbe attaccare una PMI invece di un colosso? Le PMI hanno una capacità di preservare la sicurezza informatica più bassa rispetto ad un colosso che può investire milioni o miliardi in questo ambito. Perciò il potenziale profitto è più piccolo ma anche più facilmente raggiungibile. In questo mondo, inoltre, la voce di spesa legata alla sicurezza informatica deve essere annuale perché le minacce aumentano e cambiano: bisogna rimanere aggiornati. Come si proteggono i dispositivi connessi alla Rete, come anche macchinari smart, da potenziali attacchi? Il primo aspetto da notare è che tutti i dispositivi connessi alla Rete sono da considerarsi uguali, ovvero vanno tutti protetti. Anche le macchine smart potrebbero essere oggetto di attacco e causare quindi danni economici. Esistono dei prodotti specifici che permettono di monitorare le macchine, ad esempio tenendo sotto controllo il traffico o che fungano da firewall. Questi sono essenziali per proteggersi. Che rischi comporta utilizzare il proprio smartphone in azienda? Il proprio dispositivo personale può rappresentare un rischio per l’azienda perché può essere oggetto di attacco, e quindi può diventare una vulnerabilità.  Per questo sarebbe buona norma avere uno smartphone aziendale che possa svolgere soltanto alcuni compiti e che sia dotato di antivirus. In questo modo i rischi si abbassano notevolmente. Alcune aziende hanno una rete parallela per utilizzare il proprio dispositivo personale senza rischi per l’azienda. Quale tipo di autenticazione è più sicura? I meccanismi di autenticazione biometrica sono più sicuri delle password, in generale la tendenza è quella di proseguire su questa strada perché rendono l’accesso più semplice e difficile da attaccare. Username e password probabilmente rimarranno ma come secondo fattore verrà richiesto un dato biometrico. L’IA che tipo di impatto ha in questo mondo? L’impatto dell’IA sarà innegabilmente grande, lo stiamo già vedendo intorno a noi. Se da un lato permette azioni malevole molto più veloci e complesse, consente anche di alzare le barriere di difesa contro questi attacchi.  Oggi siamo già al lavoro per trovare sistemi che identifichino i pattern di creazione di contenuti dell’IA in modo da trovare subito una mail di phishing scritta con il suo ausilio e ridurre le problematiche. Che consigli hai per le PMI e la gestione della sicurezza informatica? Il primo consiglio è quello di formare i dipendenti perché è essenziale per prevenire possibili situazioni a rischio piuttosto che intervenire dopo. Il secondo è quello di fornire ai dipendenti hardware sicuro e che sia ben configurato per evitare azioni pericolose. Il terzo riguarda il monitoraggio delle azioni sulla rete aziendale, questo per tenere costantemente sotto controllo quello che accade.

Situazione startup in Italia

Il termine “startup” è emerso nella Silicon Valley degli anni ’90, utilizzato per descrivere piccole imprese tecnologiche con un alto potenziale di crescita e innovazione. Queste aziende erano orientate a rivoluzionare settori esistenti o crearne di nuovi attraverso l’innovazione tecnologica e modelli di business scalabili. Questo periodo prolifico ha visto la nascita di numerose aziende attirate dalle potenzialità del digitale. Evoluzioni recenti Negli ultimi dieci anni, l’Italia ha registrato una notevole crescita nel numero di startup. Secondo i dati del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), al 2022 si contavano circa 14.708 startup innovative, con un aumento annuo del 28.8% dal 2013. Questo incremento è stato favorito da iniziative governative e da un crescente interesse verso l’innovazione e l’imprenditorialità. Unicorni italiani L’Italia può vantare alcune startup che hanno raggiunto lo status di “unicorno”, ovvero un valore di mercato superiore a un miliardo di dollari. Tra queste, Satispay e Scalapay sono tra le più note nel settore fintech. Nonostante questi successi, la crescita del settore non è semplice a causa dei costi del lavoro e della burocrazia, mentre in altri paesi le startup beneficiano di un accesso al capitale più rapido e conveniente. I Principali finanziatori di startup in Italia L’accesso al capitale è una delle principali sfide per le startup italiane. Tuttavia, esistono diversi attori sul mercato che offrono supporto finanziario. CDP Venture Capital, parte di Cassa Depositi e Prestiti, è uno dei principali finanziatori con numerosi fondi dedicati. Altri importanti investitori includono fondi di venture capital come United Ventures e 360 Capital. Negli ultimi anni, anche investitori internazionali hanno mostrato interesse per il mercato italiano, attratti dalle opportunità disponibili. Incentivi per le startup nel 2024 Anche nel 2024, il settore startup in Italia beneficia di vari incentivi volti a stimolare la crescita economica e lo sviluppo di competenze. L’iniziativa “Smart&Start Italia” offre contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati per le startup innovative. Inoltre, il Fondo di Garanzia per le PMI facilita l’accesso al credito, riducendo i rischi per gli investitori. Queste misure sono progettate per rendere l’ecosistema startup italiano più competitivo a livello internazionale. Migliori settori per le startup in Italia Mentre le startup italiane si distribuiscono in vari settori, alcuni ambiti offrono maggiori opportunità di crescita. Il fintech, la tecnologia verde, la salute digitale e l’intelligenza artificiale sono tra i settori più interessanti, supportati da forti tendenze di mercato e da una crescente domanda di innovazione. Avviare un’impresa in questi settori può davvero contribuire a trasformare l’economia italiana. Nonostante le sfide, il panorama delle startup in Italia sta crescendo e maturando, sostenuto da iniziative governative, investitori locali e internazionali e settori in espansione. Con le giuste idee e supporti, le startup italiane hanno il potenziale per apportare cambiamenti significativi e positivi al paese.

Privatizzazione Eni al via

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha annunciato l’avvio della vendita di 91.965.735 azioni ordinarie di Eni SpA, equivalenti a circa il 2,8% del capitale sociale. Questa operazione mira a collocare le azioni presso investitori qualificati in Italia e investitori istituzionali internazionali. Dopo questa vendita, la quota del Governo in Eni SpA scenderà sotto il 2%, rispetto all’attuale 4,797%. Tuttavia, il controllo pubblico della società sarà mantenuto grazie alla partecipazione di CDP (Cassa Depositi e Prestiti), di cui il MEF possiede il 28,503%. Prospettive Future delle Privatizzazioni Il Governo prevede ulteriori privatizzazioni in futuro, includendo potenzialmente società come Enav, Enel, Poste Italiane e Leonardo, oltre a Italgas, Terna, Snam e Fincantieri, attualmente detenute da CDP. Il Documento di Economia e Finanza (DEF) del 2023 prevede che queste cessioni contribuiranno a raccogliere l’1% del PIL entro tre anni, con un valore stimato di circa 20 miliardi di euro. Storia delle Privatizzazioni in Italia Il processo di privatizzazione in Italia ha preso slancio negli anni ’90, quando il governo ha lanciato un ampio programma per ridurre il debito pubblico e migliorare l’efficienza economica. Tra le prime e più rilevanti privatizzazioni vi è stata quella di Telecom Italia nel 1997, seguita da altre grandi aziende come ENI, Enel e Poste Italiane. Questi processi hanno permesso allo Stato di raccogliere importanti risorse finanziarie e di aumentare la concorrenza nei mercati. Tuttavia, le privatizzazioni sono state spesso al centro di dibattiti e polemiche.

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