Le piccole e medie imprese (PMI) italiane rappresentano oltre il 99% del tessuto imprenditoriale nazionale e svolgono un ruolo essenziale nell’economia, nell’innovazione e nell’occupazione. Tuttavia, il processo di digitalizzazione, sebbene ricco di opportunità in termini di competitività e modernizzazione, ha evidenziato una crescente esposizione al rischio informatico.
Il Cyber Index PMI 2024, frutto della collaborazione tra Generali, Confindustria, il Politecnico di Milano e l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, restituisce un quadro preoccupante della maturità digitale delle PMI in materia di sicurezza informatica. L’indice medio di valutazione si attesta a 52/100, con un incremento marginale rispetto al 2023, a dimostrazione di una lenta evoluzione delle capacità difensive in un contesto di minacce sempre più sofisticate.
Consapevolezza e maturità: una struttura a quattro livelli
Il report segmenta le PMI in quattro categorie di maturità:
- Solo il 15% ha adottato un approccio strategico e integrato alla cybersecurity.
- Il 29% è consapevole dei rischi ma limita la risposta a misure operative frammentarie.
- Il 38% possiede una conoscenza di base, priva però di capacità di attuazione.
- Il 18% è allineato al livello minimo, senza strumenti di protezione adeguati.
Appare chiaro come la sicurezza informatica venga percepita da molte PMI come un costo piuttosto che un asset critico, con conseguenti ritardi nell’adozione di strutture organizzative dedicate e di investimenti specifici.
Tecnologie emergenti e rischio informatico: il paradosso dell’innovazione
L’introduzione di tecnologie avanzate come l’Intelligenza Artificiale (AI), il Cloud e l’Internet of Things (IoT) ha trasformato radicalmente le dinamiche aziendali. Queste innovazioni, se da un lato migliorano efficienza e scalabilità, dall’altro estendono la superficie di attacco. L’AI è oggi impiegata sia a fini difensivi (ad esempio nel threat detection) sia da attori malevoli per sviluppare attacchi automatizzati, più rapidi e difficili da individuare.
L’incremento degli incidenti cyber a livello globale nel 2024 (+12%) e l’impennata registrata in Italia (+65%) rafforzano la necessità di un adeguamento rapido delle strategie di protezione.
Vettori d’attacco più rilevanti per le PMI
Le principali minacce evidenziate dal Cyber Index 2024 comprendono:
- Phishing e social engineering: sfruttamento dell’errore umano per acquisire accessi e informazioni riservate.
- Ransomware: cifratura dei dati aziendali con richiesta di riscatto, spesso aggravata dall’assenza di backup efficaci.
- Supply chain attack: infiltrazione attraverso fornitori meno protetti all’interno di catene di approvvigionamento complesse.
- Malware e vulnerabilità zero-day: sfruttamento di falle non ancora corrette nei sistemi aziendali.
- Attacchi DDoS e furto di identità: interruzione dei servizi e violazioni di dati sensibili con implicazioni legali rilevanti.
Strumenti finanziari e iniziative di sistema: opportunità ancora poco sfruttate
A fronte del rischio crescente, strumenti assicurativi e incentivi pubblici rappresentano risorse essenziali per mitigare l’esposizione. Tuttavia, solo il 10% delle PMI ha beneficiato di fondi pubblici o bandi europei, mentre il 30% ignora completamente la loro esistenza. Analogamente, la diffusione delle polizze cyber rimane limitata, sebbene esse possano fornire una significativa rete di protezione in caso di incidente.
Formazione e cultura organizzativa: il capitale umano come prima linea difensiva
La cybersecurity non può prescindere dalla formazione del personale. L’elemento umano è frequentemente il punto di ingresso degli attacchi informatici, e l’educazione digitale diventa uno strumento strategico. Iniziative come i workshop territoriali promossi da Generali e Confindustria vanno in questa direzione, puntando a una diffusione capillare della cultura della sicurezza.
MSSP: outsourcing della sicurezza per una protezione scalabile
Il modello del Managed Security Service Provider (MSSP) rappresenta un’alternativa concreta per le PMI con risorse limitate. Affidando la gestione della sicurezza a provider esterni specializzati, le imprese possono beneficiare di tecnologie avanzate (SIEM, EDR, firewall, threat intelligence) e di un monitoraggio continuo, il tutto con una struttura di costi prevedibile e scalabile.
Prevenire è meglio che curare
In un ecosistema digitale in rapida evoluzione, la cybersicurezza deve diventare una componente centrale nella governance aziendale. Per le PMI italiane, la protezione degli asset informativi non è più opzionale, ma un prerequisito per garantire continuità operativa, competitività e conformità normativa. Una strategia efficace deve integrare tecnologie, processi e persone, in un approccio olistico alla gestione del rischio. Investire oggi nella sicurezza significa tutelare il futuro del sistema economico nazionale.