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Italia e occupazione femminile: i dati 2024

L’analisi delle tendenze occupazionali femminili in Italia rivela un quadro di graduale miglioramento, sebbene permangano significative criticità strutturali. I recenti dati elaborati dall’Istituto Nazionale di Statistica evidenziano un incremento dell’occupazione femminile superiore a quello maschile, con un tasso di crescita del 2,3% rispetto all’1,4% registrato per la componente maschile della forza lavoro.

Incremento nelle posizioni qualificate

Particolarmente rilevante risulta l’avanzamento delle donne nelle posizioni di responsabilità e nei ruoli professionali a elevata specializzazione. Le figure dirigenziali femminili e le professioniste con qualifica di quadro hanno registrato un significativo incremento del 31%. Parallelamente, si osserva una crescita del 6,5% nelle professioni intellettuali e del 6,8% nelle professioni tecniche.

In termini assoluti, l’incremento netto dell’occupazione femminile ammonta a 227.000 unità su un totale di 413.000 nuovi posti di lavoro creati. Un’analisi demografica evidenzia come la fascia d’età 55-64 anni abbia contribuito in modo sostanziale a questa crescita, ma anche le giovani professioniste tra i 25 e i 34 anni hanno visto migliorare la propria posizione nel mercato del lavoro, con un tasso di occupazione passato dal 54,3% al 60,8%.

Dinamiche territoriali: il recupero del Mezzogiorno

La distribuzione geografica dell’incremento occupazionale femminile presenta caratteristiche di particolare interesse. Le regioni meridionali hanno registrato un tasso di crescita del 6,4% nel quinquennio 2019-2024, corrispondente a 146.000 nuove occupate. Questo dato risulta significativamente superiore rispetto alle performance del Centro (3,1%) e del Nord (3,2%).

Nell’ultimo anno di rilevazione (2023-2024), il divario è divenuto ancora più marcato, con un incremento del 3,9% nel Mezzogiorno contro il 3,1% del Centro e l’1,3% del Nord. Ciononostante, la partecipazione femminile al mercato del lavoro nelle regioni meridionali permane su livelli complessivamente inferiori, con un tasso di attività del 41,8% (in aumento rispetto al precedente 40,9%).

Sfide ancora aperte

Nonostante i segnali positivi, l’Italia continua a posizionarsi all’ultimo posto tra i paesi europei per tasso di occupazione femminile. Come sottolinea il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, persistono numerose criticità strutturali che ostacolano la piena integrazione delle donne nel mercato del lavoro.

Tra queste figurano l’elevata incidenza del part-time involontario, le persistenti disparità retributive e le difficoltà di conciliazione tra vita professionale e familiare. La trasformazione di questa tendenza positiva in un cambiamento strutturale richiederà un rafforzamento delle politiche attive per l’occupazione femminile, un maggiore accesso delle donne alle professioni qualificate e una riduzione delle disparità territoriali.

La capacità del sistema economico italiano di valorizzare appieno il contributo professionale femminile e di garantire effettive pari opportunità rappresenta un fattore determinante per lo sviluppo futuro del mercato del lavoro nazionale, nell’ottica di una partecipazione più equilibrata, inclusiva ed efficiente.

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