Sorting by

×

Visual-language-action pronti a innovare la robotica

L’integrazione tra intelligenza artificiale e robotica sta vivendo un’accelerazione senza precedenti, grazie ai modelli Vision-Language-Action (VLA). Queste tecnologie avanzate non solo migliorano le capacità percettive e decisionali dei robot, ma aprono nuove opportunità per le imprese che vogliono ottimizzare processi, ridurre i costi operativi e potenziare l’efficienza in diversi settori. Vision-Language-Action: un salto evolutivo per la robotica I modelli VLA combinano la visione artificiale, la comprensione del linguaggio naturale e la capacità di eseguire azioni fisiche in ambienti reali. A differenza delle soluzioni tradizionali, che richiedono rigide programmazioni e scenari predefiniti, i sistemi VLA possono adattarsi in modo dinamico a contesti imprevedibili, aumentando l’autonomia dei robot e migliorando le interazioni con l’ambiente. Un robot con tecnologia VLA può interpretare comandi vocali e testuali con precisione contestuale, migliorando l’interazione uomo-macchina. Può analizzare e comprendere immagini per identificare oggetti e situazioni, aumentando la sicurezza e l’efficienza operativa. Inoltre, è in grado di eseguire azioni basate su istruzioni complesse, riducendo l’intervento umano e migliorando la produttività. Queste capacità rendono i sistemi VLA strumenti essenziali per le imprese che vogliono implementare soluzioni robotiche intelligenti, flessibili e altamente performanti. AI e robotica: un’integrazione strategica L’AI applicata alla robotica non è più solo un’idea futuristica, ma una realtà concreta che sta trasformando diversi settori. Nell’industria manifatturiera, ad esempio, i robot possono adattarsi a nuove linee di produzione senza riprogrammazione manuale, riducendo i tempi di setup e migliorando la qualità del prodotto. Nella logistica e nella gestione dei magazzini, i sistemi intelligenti riconoscono e gestiscono gli inventari in tempo reale, ottimizzando il flusso delle merci e riducendo gli errori umani. Nel settore sanitario, gli assistenti robotici interagiscono con pazienti e personale medico, migliorando l’efficienza ospedaliera e supportando procedure complesse. Nel retail e nel customer service, le interfacce conversazionali avanzate permettono un’interazione naturale con i clienti, potenziando l’esperienza utente e personalizzando i servizi offerti. In agricoltura, i robot dotati di AI monitorano le coltivazioni, identificano parassiti e ottimizzano l’irrigazione, aumentando la resa produttiva. Nel settore delle costruzioni e delle infrastrutture, le macchine autonome eseguono lavori complessi riducendo i rischi per i lavoratori e garantendo maggiore precisione nei processi edilizi. Opportunità di business per le aziende L’adozione della tecnologia VLA rappresenta un vantaggio competitivo per le aziende che vogliono rimanere all’avanguardia. Investire in soluzioni AI per la robotica permette di aumentare la produttività, rendendo i processi più veloci ed efficienti e riducendo i tempi di esecuzione. La riduzione dei costi è un altro grande beneficio, poiché diminuisce la necessità di supervisione umana, riduce gli sprechi e limita gli errori operativi. Inoltre, queste tecnologie permettono di espandere le capacità aziendali, rendendo possibile operare in ambienti complessi e variabili e migliorando la flessibilità operativa. La sicurezza sul lavoro migliora notevolmente, grazie alla possibilità di utilizzare robot intelligenti in ambienti ostili o critici, riducendo i rischi per i lavoratori. Infine, l’adozione di soluzioni AI avanzate offre la possibilità di accedere a nuovi mercati, automatizzando compiti prima impensabili e consentendo alle aziende di ampliare la propria offerta e competere in settori innovativi. Guardando al futuro Il futuro della robotica con AI è orientato verso modelli sempre più autonomi e capaci di apprendere dall’esperienza. Tecnologie emergenti come RT-2, OpenVLA e π0 stanno già dimostrando il potenziale di questi sistemi nell’adattarsi a compiti mai visti prima. L’integrazione dell’intelligenza artificiale con la robotica 3D e la capacità di operare in ambienti altamente dinamici porterà a una nuova generazione di macchine intelligenti. Per gli imprenditori, questo rappresenta una chiara opportunità di crescita. Integrare AI e robotica oggi significa essere pionieri di un cambiamento epocale che ridefinirà l’efficienza operativa e l’innovazione aziendale nei prossimi anni. Le aziende che iniziano ora a integrare i sistemi VLA potranno costruire un vantaggio competitivo significativo, trasformando la robotica in un asset strategico per la crescita e l’innovazione. L’intelligenza artificiale sta ridefinendo le regole del business, e il successo futuro dipenderà dalla capacità di adattarsi e innovare in questo nuovo scenario tecnologico.

Caro energia: il governo pronto a trovare una soluzione

Il tema del caro energia 2025 si conferma una delle principali sfide per famiglie e imprese italiane. Il Governo ha annunciato l’intenzione di intervenire per contrastare il rialzo dei prezzi, ma al momento non sono stati forniti dettagli sulle misure allo studio. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha garantito la massima attenzione dell’Esecutivo e ha sottolineato la necessità di una riflessione sul passaggio al libero mercato dell’energia. Bollette in aumento per imprese e famiglie Secondo i dati più recenti dell’Osservatorio Confcommercio Energia, il costo dell’energia è in forte crescita. Le aziende del settore terziario hanno visto un incremento del 24% rispetto al 2024 e del 56,5% rispetto al 2019. Se la tendenza non verrà invertita, nel 2025 la spesa complessiva per luce e gas potrebbe raggiungere i 12,5 miliardi di euro, con un aumento del 17% rispetto all’anno precedente. A pesare ulteriormente sulla competitività del settore produttivo è il divario con gli altri Paesi europei: a gennaio 2025, il prezzo dell’energia elettrica in Italia ha raggiunto i 143 €/MWh, mentre in Francia si attesta a 98 €/MWh e in Germania e Spagna intorno ai 100 €/MWh. Anche i consumatori italiani sono in difficoltà. Secondo il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, la bolletta media annua per chi è nel mercato tutelato è salita a 1.393 euro e subirà ulteriori aggiornamenti al rialzo. Chi invece ha un contratto a prezzo variabile nel mercato libero risente immediatamente dei picchi di prezzo, con tariffe più onerose applicate dai fornitori. La posizione del Governo L’Esecutivo è consapevole dell’impatto del caro energia 2025 su famiglie e imprese e sta valutando possibili interventi per calmierare i costi. Tuttavia, Giorgetti ha evidenziato che l’andamento dei prezzi dipende da fattori esterni e, in alcuni casi, da dinamiche speculative. Le associazioni dei consumatori chiedono misure rapide e concrete per contenere gli aumenti e garantire maggiore stabilità al mercato energetico. Nei prossimi mesi si capirà quali provvedimenti verranno messi in campo per affrontare questa emergenza che rischia di pesare sull’intera economia italiana.

Imprese italiane e sostenibilità: la situazione in report

Le imprese italiane stanno accelerando la loro transizione verso modelli più sostenibili, ma il percorso è ancora in evoluzione. Secondo i dati della Banca Europea degli Investimenti (BEI), la maggior parte delle aziende ha adottato misure per ridurre le emissioni di gas serra, ma gli investimenti complessivi nella sostenibilità rimangono inferiori rispetto alla media europea. Un impegno in crescita, ma ancora insufficiente L’82% delle imprese italiane ha implementato strategie per diminuire l’impatto ambientale, un dato significativo ma comunque inferiore al 91% della media UE. Mentre la generazione di energia rinnovabile è in linea con gli altri paesi europei (44% contro il 43%), l’efficienza energetica resta un punto debole: solo il 46% delle aziende italiane ha investito in questo settore, a fronte del 65% delle imprese europee. D’altro canto, le imprese italiane si distinguono per una maggiore attenzione alla gestione degli eventi climatici estremi. Più della metà ha adottato misure preventive (56% rispetto al 48% UE) e il 46% ha stipulato assicurazioni contro i danni legati al clima, un dato più che doppio rispetto alla media europea (21%). Tecnologie e digitalizzazione: leve strategiche per la sostenibilità La trasformazione digitale è un altro pilastro della competitività aziendale. Il 71% delle imprese italiane utilizza tecnologie digitali, una percentuale vicina alla media europea del 74%. Tuttavia, l’adozione di Intelligenza Artificiale e Big Data resta limitata (25% contro il 34% della UE), nonostante queste tecnologie siano considerate essenziali per ottimizzare i processi e ridurre l’impatto ambientale. Al contrario, le imprese italiane superano la media UE in ambiti come Internet of Things, piattaforme digitali e droni, strumenti fondamentali per una gestione più efficiente delle risorse e per il monitoraggio ambientale. Fonti di finanziamento e ostacoli agli investimenti Uno degli aspetti critici per la transizione sostenibile riguarda il finanziamento degli investimenti. Le imprese italiane tendono a utilizzare prevalentemente risorse interne, mentre il ricorso a finanziamenti esterni è stabile e superiore alla media europea (52% contro 42%). Il credito bancario rimane la principale fonte di finanziamento, con un’adozione maggiore tra le grandi aziende (88%) rispetto alle PMI (84%). Gli ostacoli principali agli investimenti sostenibili sono rappresentati dall’incertezza economica e dai costi dell’energia. Sebbene l’Italia sia tra i paesi con i prezzi energetici più elevati, la percentuale di aziende che identifica questo fattore come un freno agli investimenti è inferiore rispetto alla media europea (41% contro 46%). Il futuro della sostenibilità nelle imprese italiane Il percorso delle imprese italiane verso la sostenibilità è segnato da progressi tangibili ma anche da sfide ancora aperte. La doppia transizione, ecologica e digitale, rappresenta non solo una necessità per contrastare il cambiamento climatico, ma anche un’opportunità strategica per rafforzare la competitività del Paese. Per colmare il divario con la media europea, sarà fondamentale potenziare gli investimenti in innovazione, incentivare l’efficienza energetica e promuovere un maggiore accesso ai finanziamenti per sostenere la crescita sostenibile delle imprese italiane.

Forum Industria digitale: domani a Brescia

Il 5 febbraio il Brixia Forum di Brescia ospiterà il Forum Industria Digitale, un evento dedicato alle tecnologie più avanzate nel settore manifatturiero. Organizzato da Messe Frankfurt Italia in collaborazione con Gruppo Meccatronica e Gruppo Software Industriale di Anie Automazione, il forum rappresenta un’occasione per esplorare le ultime innovazioni in automazione, intelligenza artificiale e sostenibilità. Tecnologia e interconnessione al centro dell’evento L’evento si articolerà in tre sessioni tematiche, affrontando i temi della progettazione, integrazione e interconnessione nelle industrie digitali. Attraverso convegni e dimostrazioni pratiche, i partecipanti potranno conoscere strumenti e strategie per migliorare efficienza, produttività e competitività. Una delle novità di questa edizione è il Plug-Fest OPC UA, un’area espositiva dedicata allo standard di comunicazione OPC UA. Qui verranno presentate soluzioni reali per l’interoperabilità tra sistemi di automazione di diversi produttori, con demo live su gestione energetica, controllo dati e comunicazione tra macchinari. Spazi espositivi Oltre ai convegni, il Forum offrirà uno spazio espositivo con la partecipazione di aziende leader del settore, tra cui B&R Automazione Industriale, Beckhoff Automation, Omron Electronics, Schneider Electric, Sick, Rockwell Automation e molte altre. L’evento è gratuito, ma è necessaria l’iscrizione sul sito ufficiale. Inoltre, gli ingegneri iscritti all’Ordine della Provincia di Brescia potranno ottenere 3 CFP per la partecipazione. Per maggiori informazioni e il programma completo, visita il sito del Forum.

Lazio in crescita

Il Lazio si conferma un motore trainante per l’export italiano grazie alla crescita dei suoi poli tecnologici. Nei primi nove mesi del 2024, le esportazioni del settore hi-tech regionale hanno superato i 12 miliardi di euro, con un aumento del 19,7% rispetto allo stesso periodo del 2023. Questi numeri evidenziano il ruolo chiave del Lazio nell’innovazione e nella competitività internazionale, con risultati eccezionali soprattutto nei settori farmaceutico, ICT e aerospaziale. Farmaceutico: un settore in continua espansione Il polo farmaceutico laziale continua a essere il fiore all’occhiello dell’economia regionale, registrando un incremento del 27,3% nel terzo trimestre del 2024. Le esportazioni hanno raggiunto i 10,2 miliardi di euro nei primi nove mesi dell’anno, con un +25,7% rispetto al 2023. A trainare la crescita sono soprattutto gli scambi con gli Stati Uniti, ma si registrano ottime performance anche verso Belgio (+7,6%), Paesi Bassi (+14,4%), Germania (+23,7%), Irlanda (+64,6%) e Austria (+69,6%). Unica nota negativa riguarda Spagna e Regno Unito, che hanno visto un calo rispettivamente del -49,9% e -22,3%. ICT: il rimbalzo del polo romano Anche il polo ICT di Roma ha registrato un forte incremento nelle esportazioni, con un +33,5% nel terzo trimestre del 2024. I mercati che hanno maggiormente contribuito a questa crescita sono stati Stati Uniti (+51,5%), Germania (+50,4%), Paesi Bassi (+35,2%) e Spagna (+78,7%). Ottimi risultati anche in Cina, Qatar e India, mentre alcuni mercati come il Regno Unito (-1,9%), Emirati Arabi Uniti (-23,8%) e Svizzera (-11,9%) hanno mostrato un rallentamento. Complessivamente, il settore ICT romano ha raggiunto 850 milioni di euro di esportazioni, con un incremento del 24,3% rispetto al 2023. Aerospaziale: ritorno in crescita Dopo un periodo di difficoltà, il polo aerospaziale del Lazio torna in territorio positivo con un notevole incremento del 96,4% nel terzo trimestre del 2024, pari a un aumento di 138 milioni di euro. A spingere questa ripresa sono stati soprattutto gli scambi con Stati Uniti e Qatar. Il Lazio, un’eccellenza nell’export italiano L’export tecnologico del Lazio continua a distinguersi nel panorama nazionale, confermando la regione come un punto di riferimento per l’innovazione e la competitività internazionale. Secondo il report di Intesa Sanpaolo, i poli hi-tech laziali stanno dimostrando una grande capacità di adattamento ai mercati globali, grazie a investimenti mirati e a una forte propensione all’innovazione. Con una crescita così significativa, il Lazio si posiziona sempre più come un polo di riferimento per il settore hi-tech italiano, pronto a cogliere nuove opportunità sui mercati internazionali.

L’Emilia-Romagna punta sull’hi-tech

La regione ha stanziato 220 milioni di euro provenienti dal Fondo Sociale Europeo. Un pacchetto di grandezza senza precedenti che si va ad affiancare ai 108 milioni di euro del Fondo europeo di sviluppo regionale. Tutto andrà a confluire nella nuova piattaforma per gli investimenti voluta dall’Unione europea: Step-Strategic technologies for Europe platform. L’obiettivo, secondo Vincenzo Colla è quello di stanziare più fondi possibili per spingere l’acceleratore sul potenziamento dei 12 tecnopoli regionali per favorire la competitività. Le prime imprese ad aggiudicarsi i “sigilli Step” sono quattro: Hera, Agromateriale, Tampieri Group, Marcegaglia. Si tratta di progetti che si muovono nel solco della linea tracciata a livello europeo: ridurre le dipendenze e migliorare la capacità di competere.

Fincantieri ancora una volta Top Employer

Fincantieri, uno dei principali attori globali nella cantieristica navale, ha ricevuto per il quarto anno consecutivo la certificazione “Top Employer Italia“, un riconoscimento che conferma l’azienda come eccellenza italiana anche nel campo delle politiche del lavoro e della gestione delle risorse umane. La certificazione “Top Employer Italia” La certificazione viene assegnata dal Top Employers Institute, un ente indipendente che valuta le aziende di tutto il mondo sulla base di criteri rigorosi. Tra i parametri analizzati figurano lo sviluppo delle competenze, il benessere dei dipendenti, la formazione continua e l’attenzione alle politiche di inclusività. Nel caso di Fincantieri, l’istituto ha riconosciuto un impegno costante nell’ottimizzazione dei processi HR, che ha consentito al gruppo di distinguersi come un modello di riferimento. L’importanza del riconoscimento Essere certificati “Top Employer” rappresenta per Fincantieri un traguardo significativo in un contesto produttivo nazionale e internazionale sempre più competitivo. Il riconoscimento attesta non solo l’eccellenza nelle pratiche di gestione del personale, ma anche la capacità di attrarre e trattenere talenti, elemento fondamentale per un settore complesso come quello della cantieristica. In Italia, solo un numero ristretto di aziende riceve questa certificazione, rendendo il risultato di Fincantieri ancora più rilevante. Questo successo si inserisce in un panorama economico che valorizza sempre più le realtà capaci di coniugare produttività e benessere dei dipendenti. E nel mondo? Nel panorama internazionale, il settore della cantieristica navale è caratterizzato da una competizione serrata, in cui la capacità di innovare non si limita ai soli prodotti e processi, ma si estende anche alla gestione delle risorse umane. In questo contesto, il riconoscimento ottenuto da Fincantieri sottolinea il ruolo di leadership dell’azienda non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche come punto di riferimento per la valorizzazione del capitale umano. Un risultato che rafforza la posizione dell’Italia nel panorama industriale globale. Il contesto italiano L’ottenimento di questa certificazione da parte di Fincantieri rappresenta un segnale positivo per il tessuto produttivo italiano. In un periodo in cui molte aziende sono chiamate a confrontarsi con sfide legate alla digitalizzazione, alla sostenibilità e alla globalizzazione, Fincantieri dimostra come sia possibile raggiungere l’eccellenza combinando innovazione, attenzione ai dipendenti e visione strategica. Questo risultato non è solo una vittoria per l’azienda, ma testimonia il potenziale del “Made in Italy” come sinonimo di qualità, non solo nei prodotti ma anche nei processi aziendali. Uno sguardo al futuro La conferma per il quarto anno consecutivo come Top Employer Italia suggerisce che Fincantieri continuerà a investire in politiche del lavoro all’avanguardia. In un settore in continua evoluzione, mantenere standard elevati nella gestione delle risorse umane sarà cruciale per affrontare le sfide future e consolidare ulteriormente il ruolo di Fincantieri come eccellenza industriale italiana e globale.

Le PMI italiane sono connesse?

Oggi esploriamo la situazione della copertura della rete veloce per il mondo business. Nel corso degli anni il piano di espansione ha subito accelerazioni e battute d’arresto. Ma cosa accadrà nel 2025? La nuova Broadband Map Il panorama della connettività digitale in Italia è in evoluzione, e uno degli strumenti più utili per comprendere lo stato dell’arte è la nuova Broadband Map, recentemente aggiornata dall’AGCOM. Questa piattaforma interattiva consente di verificare in modo dettagliato la copertura delle reti a banda larga e ultra larga su tutto il territorio nazionale, offrendo dati preziosi per chiunque voglia pianificare investimenti o migliorare la propria infrastruttura digitale. Per i piccoli imprenditori, la Broadband Map rappresenta un punto di partenza fondamentale per identificare le opportunità offerte dalla connettività avanzata e le eventuali criticità da affrontare. Ftth: il futuro è nella fibra fino a casa La tecnologia Ftth (Fiber to the Home) rappresenta lo standard più avanzato nella trasmissione dei dati digitali, garantendo velocità elevate e una stabilità senza pari. Tuttavia, in Italia, la copertura Ftth è ancora disomogenea: solo il 49% delle piccole e medie imprese è raggiunto da questa infrastruttura, rispetto al 59,6% delle abitazioni. Questo gap evidenzia la necessità di accelerare gli investimenti nelle aree meno servite, soprattutto quelle a vocazione industriale e artigianale. Per i piccoli imprenditori, adottare la fibra ottica significa poter accedere a servizi cloud avanzati, migliorare la gestione delle operazioni quotidiane e rimanere competitivi in un mercato sempre più digitalizzato. Differenze tra regioni: un’Italia a due velocità Un aspetto cruciale da considerare è la forte disparità nella copertura di rete tra le diverse regioni italiane. Mentre alcune aree, come la Lombardia e l’Emilia-Romagna, vantano una diffusione capillare della banda ultra larga, altre regioni del Sud e delle zone montane soffrono ancora di una connessione inadeguata. Questa disparità non è solo un problema infrastrutturale, ma anche economico: le imprese situate in regioni meno connesse rischiano di rimanere indietro rispetto alla concorrenza. Per questo motivo, è fondamentale che i piccoli imprenditori siano consapevoli delle opportunità offerte dai bandi pubblici e dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), destinati a ridurre queste disuguaglianze territoriali. La densità crea vantaggi: opportunità nelle aree urbane Un altro fattore determinante nella diffusione della fibra ottica è la densità abitativa. Le aree urbane, grazie alla concentrazione di utenti e imprese, godono di una copertura nettamente migliore rispetto alle zone rurali. Questa situazione crea un doppio vantaggio per i piccoli imprenditori che operano in città: non solo possono beneficiare di una connettività superiore, ma hanno anche accesso a un ecosistema tecnologico più avanzato. Tuttavia, anche le aree rurali possono sfruttare l’innovazione tecnologica grazie a soluzioni come le reti wireless avanzate e i progetti di sviluppo mirati. In ogni caso, investire nella digitalizzazione è un passo strategico per ogni impresa, indipendentemente dalla sua posizione geografica. Conclusione Si tratta di una serie di sfide di non facile soluzione ma che vanno affrontate per mantenere competitivo il tessuto produttivo del Paese e che sono interconnesse agli investimenti in data center.

L’Italia del rinnovabile dove si trova?

Sebbene la transizione ecologica stia portando ad aumentare gli investimenti nel rinnovabile in varie forme, non è Produzione di energia rinnovabile per regione Secondo i dati del Gestore dei Servizi Energetici (GSE) relativi al 2021, la Lombardia guida la classifica nazionale con una produzione di 17.239 GWh da fonti rinnovabili, rappresentando il 14,8% del totale italiano. Segue la Puglia con 10.729 GWh (9,2%), mentre il Piemonte si attesta al terzo posto con 9.762 GWh (8,4%). Altre regioni con performance rilevanti includono il Veneto (7,5% della produzione nazionale), la Toscana (7,3%) e la Sicilia (4,9%). Queste cifre evidenziano come sia le regioni settentrionali che quelle meridionali contribuiscono in modo significativo alla produzione di energia pulita nel paese. Fonti rinnovabili predominanti per regione L’Italia è dotata di molti tipi di terreni e condizioni alle quali si adatta un tipo di produzione o un’altra. Vediamo le principali: Crescita e trend recenti Tra il 2018 e il 2020, alcune regioni hanno registrato incrementi notevoli nei consumi di energia da fonti rinnovabili: La strada è lunga ma è segno che anche prima del PNRR e dei fondi erogati per la transizione energetica ci si stava muovendo nella giusta direzione. Obiettivi e sfide future Nonostante i progressi, alcune regioni devono ancora intensificare gli sforzi per raggiungere gli obiettivi nazionali ed europei in materia di energia rinnovabile. Liguria, Lazio ed Emilia-Romagna, ad esempio, presentano percentuali di consumo energetico da fonti rinnovabili inferiori alla media nazionale.

Europa: il tassello degli elettrolizzatori

L’Unione Europea (UE) ha delineato ambiziosi piani per l’adozione dell’idrogeno verde come pilastro della transizione ecologica, puntando a produrre internamente 10 milioni di tonnellate entro il 2030 e a coprire circa il 10% del fabbisogno energetico comunitario entro il 2050. Tuttavia, la crescente dipendenza dalla Cina per la fornitura di elettrolizzatori, fondamentali per la produzione di idrogeno verde, solleva preoccupazioni significative. La dominanza cinese nel mercato degli elettrolizzatori Attualmente, la Cina detiene circa il 60% della capacità manifatturiera globale di elettrolizzatori, una quota destinata ad aumentare. Questo dominio è sostenuto da sussidi statali che permettono ai produttori cinesi di offrire elettrolizzatori a prezzi inferiori rispetto ai concorrenti europei, creando una concorrenza sleale e mettendo a rischio l’industria europea del settore. Le preoccupazioni dell’industria europea In risposta a questa situazione, venti aziende europee del settore hanno inviato una lettera alla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, esprimendo timori riguardo alla possibile perdita di competitività e alla dipendenza tecnologica dalla Cina. La lettera sottolinea che una volta persa una tecnologia o la sua filiera, è difficile recuperarla, e richiama l’attenzione su precedenti settori, come il fotovoltaico, dove l’Europa ha già perso terreno a favore della Cina. Misure protettive dell’UE Per affrontare queste preoccupazioni, l’UE ha introdotto misure per limitare l’uso di componentistica cinese nei progetti finanziati. Nella seconda asta dell’European Hydrogen Bank, è stato stabilito che gli elettrolizzatori di origine cinese non possono superare il 25% della capacità produttiva degli impianti sovvenzionati. Questa decisione mira a proteggere l’industria europea e a garantire una maggiore autonomia tecnologica. Sfide future e considerazioni Nonostante queste misure, l’Europa si trova ad affrontare una sfida complessa. La protezione del mercato interno potrebbe non essere sufficiente se non accompagnata da investimenti significativi nella capacità produttiva e nell’innovazione tecnologica. La concorrenza cinese, sostenuta da politiche governative aggressive e da una produzione su larga scala, rappresenta una minaccia concreta per l’industria europea degli elettrolizzatori.

Headline

Never Miss A Story

Get our Weekly recap with the latest news, articles and resources.
Cookie policy
We use our own and third party cookies to allow us to understand how the site is used and to support our marketing campaigns.