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Produzione acciaio: Europa e Italia indietro

Il mondo della produzione siderurgica dedicata all’acciaio sta subendo una grande contrazione. La situazione aveva iniziato a cambiare già nel 2023 con i colossi della produzione cinese in difficoltà. Perdita di quote di mercato A livello commerciale la produzione di acciaio è sempre stata molto importante perché permette di sostenere una grande quantità di settori come quelli delle infrastrutture e non solo. Ma questo settore strategico sta perdendo terreno a livello globale: infatti la quota di mercato è passata dal 17% nel 2015 al 10% nel 2023. I numeri italiani Secondo Federacciai la situazione produttiva del paese rispecchia in pieno la tendenza a livello globale alla diminuzione di produzione dovuta ad un calo della domanda. A marzo del 2024 i numeri hanno registrato un calo del 12,6% rispetto all’anno precedente, complessivamente rispetto al 2023 la produzione è calata di circa 5.4 milioni di tonnellate. A soffrire di più sono i prodotti destinati all’edilizia (-11.0%) e quelli pronti per il settore automotive (14.2%). Tendenze globali Fino al 2023 il mercato è cresciuto del 4.2%, principalmente trainato dai colossi Cina e Indonesia. L’Europa invece ha lasciato sul campo circa il 6.2% del suo valore. Ma le cose sembrano invece essere cambiate anche per il colosso asiatico. Infatti l’era delle grandi costruzioni, delle infrastrutture e dell’edilizia spinta pare terminata. I numeri sono in calo e non sembrano destinati a risalire nel breve periodo. A questa crisi produttiva si aggiunge anche la minaccia di triplicare i dazi statunitensi su prodotti in acciaio. Il presidente Biden sta cercando di guadagnare il favore dei settori produttivi interni e vuole quindi aumentare la pressione sulla concorrenza cinese. Ha anche annunciato l’avvio di un’investigazione per “pratiche sleali della Cina nei settori della costruzione navale, dei trasporti marittimi e della logistica“.

TSMC rivede le stime dopo il terremoto

Il Taiwan è stato scosso dal più forte terremoto degli ultimi 25 anni che ha colpito duramente il Paese. In uno scenario altamente pericoloso che ha visto la paura di onde anomale crescere la tensione è ancora alta, anche perché le scosse di assestamento continuano. TSMC evacua una fabbrica A causa della catastrofe naturale TSMC ha evacuato la fabbrica principale che, riportano voci locali, non ha ricevuto danni ma per precauzione si è preferito non proseguire nella produzione. Seppur l’azienda non abbia subito troppi danni le ripercussioni economiche non hanno tardato a farsi sentire. Previsioni di crescita riviste La crescita dell’azienda ad inizio anno era stimata in netta crescita, tagliata poi di circa 92 miliardi di dollari a causa del terremoto. Il titolo ha poi perso in borsa circa l’1%, non un grave crollo ma una situazione del tutto inaspettata. Il ruolo di TSMC nell’economia globale TSMC è senz’altro un protagonista assoluto del mondo della produzione di semiconduttori. Il colosso di Taiwan è cresciuto negli anni e ora pianifica espansioni anche all’estero per far fronte all’instabile relazione con la Cina. L’azienda si stima produca all’incirca il cinquanta percento dei semiconduttori a livello globale, un primato non da poco se si considera l’importanza nel mondo odierno di questa produzione per tutti i dispositivi che utilizziamo oggi, smartphone in primis.

Inflazione: discesa o pronta alla risalita?

Il periodo di ripresa post-pandemica ha portato con sé una spirale inflattiva, culminata nel corso del 2023, per diverse ragioni. Un’elevata inflazione ha un impatto negativo sull’economia e sulla capacità di investimento delle imprese. Esaminiamo quindi lo stato attuale e le prospettive future. Gli ultimi ventiquattro mesi Per comprendere la situazione attuale, esaminiamo le variazioni di prezzo registrate dall’ISTAT negli ultimi due anni. Nel corso del 2022, i prezzi al consumo hanno subito un aumento medio dell’8,1%, mentre nel 2023 l’inflazione si è attestata intorno al 5,7%. Energia: un problema rilevante I prezzi energetici nel 2024 sono previsti in risalita a causa dell’eliminazione graduale delle misure volte a mitigare l’impatto dell’aumento dei mesi precedenti. Le crisi dei prezzi dell’energia hanno pesato maggiormente nei mesi precedenti, determinando aumenti a catena su molti mercati. Si prevede che la transizione a produzioni più green e la diminuzione della dipendenza da forniture esterne nei prossimi anni rendano l’economia europea più forte. Prospettive della BCE Nonostante le preoccupazioni nel breve e medio periodo riguardo al settore energetico e ai futuri sviluppi, la BCE si è espressa in modo ottimistico rispetto al 2024. È stata annunciata da Christine Lagarde una riduzione dei tassi d’interesse a giugno 2024, poiché la tendenza inflattiva dovrebbe essere a ribasso. Tuttavia, la BCE rimane cauta riguardo all’inflazione e alla sua tendenza a ribasso, avvertendo la necessità di operare con cautela per evitare un ritorno alla situazione precedente. Tre pilastri da monitorare L’Importanza di un taglio dei tassi Tagliare i tassi di interesse significa facilitare l’accesso al credito da parte di famiglie e imprese. Nonostante le sfide, ciò dovrebbe portare a una ripresa degli investimenti aziendali nei prossimi mesi e anni. Previsioni sul PIL italiano La Banca d’Italia prevede un aumento dello 0,7% del PIL italiano nel 2024, con previsioni del 1,1% per i ventiquattro mesi successivi. Si tratta di cifre significative per un Paese che ha visto un PIL stazionario negli ultimi 30 anni. La partita del PNRR rimane aperta, con un termine nel 2026 e un contributo di 40 miliardi di euro all’anno per i prossimi due anni. Gli effetti sul lungo periodo sono ancora da valutare.

OKR vs KPI: uno esclude l’altro?

L’acronimo OKR può sembrare complesso, ma in realtà è molto più semplice di quanto si possa pensare. Stando per Obiettivi e Risultati Chiave, rappresenta il processo di stabilire un obiettivo e misurare il risultato chiave corrispondente. Questa definizione essenziale ci proietta in un mondo di razionalità e capacità analitica. Troppo spesso, nelle aziende, ci si trova a operare per inerzia, senza comprendere il quadro generale. Un simile atteggiamento porta quasi sempre al mancato raggiungimento degli obiettivi annuali, a causa di una strategia errata o, talvolta, di obiettivi mal definiti. OKR: Simili ai KPI? Potresti chiederti se gli OKR e i KPI siano la stessa cosa. La risposta è no; sono, in realtà, molto diversi. La differenza più evidente è che i KPI sono delle metriche, degli indicatori delle prestazioni aziendali o del team. Indicano se le nostre prestazioni sono in linea con le aspettative. Gli OKR, invece, rappresentano una metodologia di lavoro, una strategia di pensiero che consente di analizzare meglio la situazione. I KPI Possono Essere Utilizzati insieme agli OKR? Essendo metriche e non metodologie, i KPI possono essere integrati in un contesto in cui l’azienda si muove verso gli OKR. In questo caso, uno non esclude l’altro. La Nascita degli OKR John Doerr, durante il suo lavoro in Intel dal 1975 al 1980, incontrò la metodologia rivoluzionaria di Andy Grove. A differenza delle aziende che impongono obiettivi dall’alto, Grove permetteva ai team di trovare la soluzione una volta fissato l’obiettivo. Secondo la sua filosofia, le persone performavano meglio se lasciate libere di raggiungere il risultato da sole. Come Funzionano gli OKR? Ad esempio, se un’azienda mira a ridurre i costi di produzione del 10% entro la fine dell’anno, il risultato chiave sarà aumentare l’efficienza di produzione del 10%. La strategia utilizzata può anche includere l’implementazione di KPI per monitorare punti essenziali. Differenze tra OKR e KPI In breve, gli OKR sono obiettivi che si riferiscono a azioni specifiche e devono essere misurabili. I KPI, invece, sono indicatori quantitativi di business, come ad esempio il numero di ore utilizzate per produrre un pezzo. Gli OKR dovrebbero riflettere le aspirazioni e la missione aziendale, mentre i KPI, essendo metriche quantitative, non sono correlati a questi parametri, ma solo ai numeri. Gli OKR vanno cambiati ogni quattro, sei o dodici mesi, a seconda dell’obiettivo, mentre i KPI possono rimanere identici per anni. Cosa Serve per Implementare gli OKR? Per implementare con successo gli OKR, tutti i reparti devono credere in essi. È necessario che tutti comprendano il valore del proprio lavoro e come raggiungere il risultato sperato. Senza motivazione, non si può sperare di raggiungere nulla. Inoltre, è fondamentale razionalizzare i processi e adottare un approccio più analitico e strategico.

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